Inaugurato nel 1979 e per anni concesso in comodato d'uso alla Pro Loco, al temine della stagione estiva il rifugio Mombarone è tornato nella disponibilità del Comune di Graglia, e ha chiuso. Fino a quando non si sa. La struttura necessita di importanti interventi di manutenzione che non possono essere rimandati. Impensabile riaprire fino a che il rifugio non sarà a norma. E l'amministrazione si sta ora muovendo in questa direzione, come spiega il sindaco Marco Astrua.
“Stiamo lavorando a un progetto come Comune — spiega il primo cittadino —. Il rifugio si trova in quota, richiede molta manutenzione ed è ora di proprietà comunale. Negli ultimi anni era stato gestito dalla Pro Loco, ma recentemente la struttura ci è stata riconsegnata e necessita di diversi interventi. La pro loco ha meno vincoli rispetto a noi. Come amministrazione abbiamo molti "paletti" che dobbiamo soddisfare. Dobbiamo predisporre un bando di gestione, ma prima l’edificio deve essere conforme agli standard richiesti. Stiamo preparando un progetto per definire gli interventi necessari, dopodiché cercheremo i fondi. Lavorare in quota comporta costi più elevati, e per questo motivo non credo che il rifugio potrà riaprire nella prossima stagione: i lavori non possono essere svolti in inverno".
Si tratta di una struttura delicata, con questioni legate alla capienza, alla sicurezza e alla disponibilità di acqua, che in montagna è sempre limitata, spiega Astrua. "Dobbiamo trovare un equilibrio che consenta di garantire tutti i requisiti. Abbiamo alcune risorse, ma non sono sufficienti".
Il sindaco sottolinea il legame affettivo che la comunità di Graglia ha con questa struttura: "Siamo tutti molto legati al rifugio: in passato era già stato ristrutturato dopo un periodo difficile, ma non è mai stato inserito nel circuito del CAI, cosa che gli avrebbe garantito maggiori opportunità. È una proprietà comunale, ma la nostra autonomia è limitata"
"Ora siamo all’opera per quantificare le spese - conclude il primo cittadino -, predisporre il bando e individuare un nuovo gestore. Forse, con interventi di manutenzione costanti nel tempo, la struttura non si troverebbe nelle condizioni attuali. Io personalmente sono molto affezionato al rifugio: guai a chi lo tocca, ma non possiamo affidarlo in gestione finché non sarà in sicurezza. Stiamo facendo tutto ciò che un Comune può fare, e valuteremo anche un eventuale coinvolgimento dei Comuni del Canavese, anch’essi storicamente legati al rifugio.”