Fin da giovane, Marcello Guelpa ha coltivato una profonda attenzione verso l’ambiente, maturata anche dopo aver vissuto in prima persona l’alluvione del Biellese nel 1968. Da quell’esperienza è nata una missione: comprendere come l’uomo interagisce con la natura e come può contribuire a ridurre i danni causati da un uso improprio dei materiali e delle risorse.
Dopo il diploma di geometra, Guelpa ha dedicato quarant’anni allo studio dei materiali da costruzione e dei processi produttivi, fino ad arrivare alla creazione di Green Ark, un progetto che fonde competenze tecniche e sensibilità ecologica. Tra le innovazioni più recenti presentate da Green Ark spicca l’Albero a microalghe, un bioreattore microalgale capace di purificare l’aria negli ambienti indoor e outdoor Questo sistema utilizza microalghe per assorbire anidride carbonica e rilasciare ossigeno, garantendo la depurazione di spazi fino a 1.000 metri Ogni unità è in grado di svolgere il lavoro di tre querce secolari, offrendo una soluzione concreta e naturale al problema dell’inquinamento dell’aria negli spazi chiusi, o in aree esterne come un bosco di 25.000 metri quadrati.
Il bioreattore sarà presente al convegno Ecolife, dove rappresenterà una delle esperienze più significative di integrazione tra biotecnologia e sostenibilità ambientale. La sua presenza sottolinea l’impegno di Green Ark nel promuovere una nuova cultura del benessere ambientale, basata sull’alleanza tra uomo, scienza e natura.
Marcello Guelpa spiega così la genesi del suo progetto: “Ho sempre cercato di rispettare la natura e credo che si viva per conoscere cose nuove, giorno dopo giorno. Nel 1968, in occasione della grande alluvione, ho capito che l’uomo sa trasformare gli eventi in catastrofi proprio per la mancata attenzione all’ambiente. Ho dedicato quarant’anni della mia vita professionale a garantire la sicurezza nelle costruzioni, ma purtroppo le catastrofi e le vittime non sono mai abbastanza per farci cambiare rotta: si continua a inquinare il pianeta. Con la mia conoscenza del biotecnologo Giuliano Regonesi, abbiamo lavorato sulle microalghe e sulla sintesi clorofilliana, arrivando a sviluppare il ‘Liquid Tree’, un sistema capace di restituire ossigeno e speranza al nostro ambiente.”
L’Albero di Green Ark, o “Liquid Tree”, non è solo una tecnologia: è il simbolo di un nuovo modo di pensare la sostenibilità, dove innovazione e rispetto per la natura si fondono per dare letteralmente nuovo respiro al pianeta.