Si è conclusa con entusiasmo e grande affluenza l'edizione 2025 delle Giornate FAI d’Autunno che, nel weekend dell’11 e 12 ottobre, hanno portato centinaia di migliaia di visitatori in tutta Italia. Anche il Biellese ha risposto con passione, confermando l’interesse diffuso per un territorio ricco di bellezza, storia e curiosità da riscoprire.
Quest’anno, nel Biellese, sono stati aperti otto luoghi straordinari, spesso inaccessibili al pubblico o poco conosciuti, distribuiti tra Biella, Chiavazza, Valdilana e Magnano. A Biella, Chiavazza e Pollone il pubblico ha potuto scoprire da vicino luoghi dalla lunga tradizione industriale come l’archivio Piacenza, lo stabilimento Filati Buratti e il Lanificio Sella ma anche spazi verdi con scorci mozzafiato come il parco di villa Silvio Mosca e luoghi iconici come il palazzo della Provincia. In Valdilana, le aperture di Casa Zegna e del Santuario della Brughiera hanno raccontato il legame tra spiritualità, impresa e paesaggio.
Particolarmente apprezzato è stato il talk seguito dal laboratoio con l'illustratrice Bimba Landmann e Anna Zegna sui Kodama, gli spiriti degli alberi della tradizione giapponese. Infine, a Magnano, la visita a Villa Flecchia ha offerto un’immersione nell’arte e nella storia di una dimora d’eccezione. L’iniziativa ha registrato più di 2500 passaggi complessivi, con picchi di pubblico nella giornata di domenica. Numerosi anche i visitatori provenienti da altre città del Piemonte, dalla Lombardia e dalla Liguria, segno dell’interesse crescente verso il Biellese come meta culturale. Le visite hanno offerto al pubblico l’occasione di conoscere spazi e storie attraverso racconti, testimonianze e curiosità.
Decine di volontari del FAI e apprendisti ciceroni del Liceo Scientifico di Biella hanno accolto e dato voce ai luoghi, con entusiasmo e competenza, spesso affiancando gli stessi proprietari dei beni. «Le Giornate FAI d’Autunno nel Biellese - commenta Lorenzo Gozzi, capogruppo del FAI di Biella - hanno restituito un clima di partecipazione e curiosità condivisa, invitando il pubblico a guardare con occhi nuovi il patrimonio vicino e a riscoprire il valore della conoscenza come forma di cura del territorio».


































