Migliorare l’assistenza agli anziani. Auser provinciale, Spi-Cgil e associazione “Anzitutto” con il patrocinio dell’Azienda sanitaria locale hanno organizzato un corso gratuito per familiari che assistono persone anziane. Gli incontri si terranno nel salone Di Vittorio della Camera del Lavoro in via Lamarmora. Sei le date per ora programmate: 24 e 31 ottobre e 7-14-21 e 27 novembre. L’orario è dalle 17 alle 19, per andare incontro a quante più possibili esigenze dei corsisti.
Il corso può essere definito di primo livello, perché si pone come obiettivo di trattare una serie di argomenti che possono essere approfonditi e sviluppati ulteriormente. «Oltre 5 mila biellesi sono affetti da una forma di demenza, nelle sue varie fasi e l’80 per cento di essi vive a casa - spiegano Fausta Gallo e Marvi Massazza Gal, rispettivamente di Auser e dello Spid -. Eppure non fanno notizia, non emozionano, pur necessitando spesso di assistenza gravosa e impegnativa da parte dei familiari che li seguono. L’Italia è noto è uno dei paesi con la percentuale più elevata di anziani. Il Biellese ha 168 mila residenti di cui oltre 50 mila hanno superato i 65 anni, oltre 17 mila gli 80 e tra questi si contano 88 ultracentenari (9 uomini e 79 donne). I calcoli statistici sul numero di over 65 con cronicità danno un numero di 25 persone mentre i non autosufficienti sono stimati in 14 mila, di questi circa 7 mila hanno più di 80 anni. Ecco perché abbiamo pensato di organizzare questo corso».
«Il Biellese è sul podio delle province più vecchie d’Italia - spiega il dottor Bernardino Debernardi, tra i relatori del corso -. Le malattie che più frequentemente determinano la non autosufficienza sono rappresentate dai disturbi della deambulazione con cadute fino all’allettamento completo, dalle forme dementigene, dalle patologie cardiovascolari, respiratorie e dal diabete con le sue complicanze. Gran parte di questi anziani non autosufficienti sono assistiti a domicilio, a volte da coniugi anziani o, nei casi degli over 90, da figli anche loro anziani o con problemi di salute e di parziale non autosufficienza. Più o meno un quarto sono coppie senza figli».
E ancora aggiunge il medico, ex primario del reparto di geriatria: «Da un’indagine dell’Istituto superiore di sanità sappiamo che in Italia i caregiver sono circa 3 milioni e di questi il 65% sono donne (il 75% fino a 69 anni e il 25% oltre i 70 anni) che spesso lavorano e magari devono abbandonare il lavoro per potersi dedicare all’assistenza dei familiari, a volte si trovano ad essere in quella condizione "sandwich" in quanto devono assistere genitori non autosufficienti e contemporaneamente aiutare i figli per accudire i nipoti, fare lavori di casa.... Il ruolo di caregiver è in genere stressante e non pochi di loro presentano ansia o depressione. Il caregiver familiare, anche quando supportato dai servizi sanitari o sociali, ha comunque il maggior peso dell’assistenza e spesso ha bisogno di aiuto psicologico oltre che delle prestazioni di personale specializzato. Ma caregiver non si nasce, si diventa... Non è una battuta, è un processo che parte dalla personalità di chi assiste (magari tra tre figli/e solo uno/a ha motivazioni, disponibilità e capacità), necessita d’informazioni e competenze che si acquisiscono man mano che si presentano i problemi assistenziali».