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CRONACA | 11 ottobre 2025, 06:50

La stagione dei funghi finisce in corsia: Piemonte da bollino rosso

I soccorritori lo ripetono: la causa principale è la scivolata su terreno umido e ripido, spesso tra fogliame e radici

La stagione dei funghi finisce in corsia: Piemonte da bollino rosso

La stagione dei funghi finisce in corsia: Piemonte da bollino rosso

Dietro alla “nuvoletta” ironica c’è un autunno che, in Piemonte, assomiglia sempre più a un bollettino: interventi quotidiani, decine di feriti e, purtroppo, vittime. Dall’inizio di settembre i tecnici del Soccorso Alpino piemontese hanno già recuperato oltre venti “fungiatt”, con più di una persona al giorno soccorsa e diversi decessi. I media hanno contato 26 feriti e 5 morti, nella sola regione e settembre 2025 è stato un periodo nero.

Il fenomeno non è lontano da casa. Nelle valli a nord e a ovest del Biellese – Valsesia, Canavese, Ossola – i soccorsi sono intervenuti per cercatori precipitati in gole o canaloni, dispersi tra boschi fitti o colti da malore. A fine settembre due cercatori sono stati recuperati in Valsesia, uno dei quali caduto e ferito gravemente; pochi giorni prima, nel Canavese, una donna aveva perso la vita; nell’Ossola, un cercatore disperso è stato ritrovato senza vita dopo giorni di ricerche.

Se il bosco nasconde insidie, anche la padella vuole la sua parte. Le ASL del territorio ricordano che è attivo il controllo micologico gratuito: a Biella il Centro pubblico ha riaperto a inizio stagione, con consulenze per evitare intossicazioni e aiutare gli ospedali nei casi sospetti. A Vercelli, lo scorso autunno, si era registrato un “boom” di accessi al pronto soccorso per avvelenamenti: da qui l’appello a far verificare i funghi raccolti o ricevuti in regalo. È la differenza tra un pranzo riuscito e una notte in osservazione.

I soccorritori lo ripetono: la causa principale è la scivolata su terreno umido e ripido, spesso tra fogliame e radici; seguono la perdita di orientamento, i malori e l’incuranza del percorso. Settembre 2025 ha già contato decine di recuperi in Piemonte, con un mix di cadute, smarrimenti e problemi fisici. Per il Soccorso Alpino, intervenire sui cercatori è complesso: boschi fitti, meteo ballerino e un ampio dispiegamento di squadre e mezzi. La prevenzione, in questo contesto, vale più di qualunque elicottero.

In Piemonte la raccolta è regolata dalla legge regionale: servono autorizzazione e ricevuta con documento, limite complessivo 3 kg a persona al giorno, rispetto di aree e periodi. Le amministrazioni ricordano iter e costi del “titolo per la raccolta” e invitano a informarsi prima di partire. Ma la differenza, dicono i tecnici, la fa il comportamento sul terreno: scarponi con suola tecnica (no stivali di gomma), pianificare l’itinerario, controllare meteo e luce, portare mappa/GPS e torcia, comunicare il rientro a un familiare, non inseguire il porcino “oltre il sicuro”.

Semplici consigli che salvano caviglie… e spesso anche vite.

Redazione

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