Le associazioni Custodiamo la Valsessera, Circolo Tavo Burat – Pro Natura, Comitato Tutela Fiumi e LIPU Biella e Vercelli hanno indirizzato al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin una richiesta formale di rigetto dell’istanza di proroga del Decreto VIA relativa al progetto della nuova diga sul torrente Sessera, avanzata dal Consorzio di Bonifica Baraggia Biellese e Vercellese.
La posizione delle associazioni si fonda sull’analisi congiunta della relazione ISPRA del 10 giugno 2025 e del Parere n. 445 del 27 giugno 2025 della Sottocommissione VIA, documenti dai quali emergono numerose criticità.
Le prescrizioni non rispettate
Secondo la Sottocommissione VIA, la verifica di ottemperanza alle prescrizioni del Decreto VIA del 2014 ha riscontrato numerose inadempienze. Tra i rilievi figurano carenze nel monitoraggio delle acque superficiali, nella valutazione degli impatti sul SIC/ZSC “Val Sessera” e l’assenza di controlli specifici su specie di interesse comunitario, come il Carabus olympiae, non monitorato nelle aree che verrebbero sommerse dall’invaso.
È stata inoltre evidenziata la necessità di procedere a una Valutazione di incidenza di III livello, elemento che conferma la richiesta di una nuova procedura di VIA.
La relazione ISPRA sottolinea che il proponente non ha integrato gli effetti ambientali derivanti dalle modifiche progettuali introdotte in fase esecutiva, né ha tenuto conto dei cambiamenti climatici e normativi intercorsi dal 2010 a oggi.
In particolare:
- sono state introdotte nuove opere, come il prolungamento della funivia all’interno del sito Natura 2000, senza adeguata valutazione degli impatti;
- è stata affermata l’immutabilità del contesto ambientale dal 2010, ipotesi ritenuta “inverosimile” alla luce degli studi sul mutamento climatico e sugli ecosistemi;
- le analisi sulle concessioni idriche risultano incomplete rispetto alla normativa vigente, comprese le nuove direttive sulle derivazioni.
Le associazioni firmatarie del comunicato ribadiscono che, alla luce delle valutazioni ISPRA e del Parere n. 445, non sussistono le condizioni per concedere una proroga.
Le ragioni principali indicate sono:
- modifiche significative del contesto ambientale rispetto al 2010;
- modifiche progettuali non sottoposte a nuova VIA;
- cambiamenti normativi e pianificatori non pienamente considerati dal proponente;
- necessità di una Valutazione di incidenza di III livello;
- prescrizioni non ottemperate o solo parzialmente adempiute.
Per le associazioni, gli elementi emersi depongono “inequivocabilmente” per il rigetto dell’istanza di proroga del progetto di diga sul Sessera. La decisione finale spetta ora al Ministero dell’Ambiente, chiamato a valutare una richiesta che si colloca in un quadro ambientale e normativo profondamente mutato rispetto a quello del 2010.