Ci sarebbe da ridere se non fosse un autentico disastro per il trasporto pubblico locale e per l’immagine turistica di Biella, ormai compromessa dalla vicenda infinita dell’ex funicolare. Fu l’Amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Marco Cavicchioli, nel 2017, a smantellare la storica funicolare di Biella, attiva dal 1886 e per oltre un secolo punto di collegamento essenziale tra Biella Piazzo e Biella Piano. La motivazione ufficiale era l’elevato costo di manutenzione di un impianto a fune, con l’intenzione di sostituirlo con un sistema più moderno e meno oneroso, simile agli ascensori inclinati del Forte di Bard. L’appalto fu assegnato alla ditta Maspero di Como, la stessa del Forte di Bard. Ma a Biella i risultati furono disastrosi: errori di progettazione, guasti continui, utenti bloccati e ripetute chiusure. Un fallimento costato alla città 1,6 milioni di euro, oggi oggetto di causa legale tra il Comune e la ditta. Dopo otto anni di disservizi, l’Amministrazione di destra guidata da Marzio Olivero ha deciso la chiusura dell’impianto dal prossimo 1° settembre. Al posto della funicolare, verrà attivato un bus navetta con un biglietto dal costo di 1,80 euro a corsa.
Denunciamo con forza questa scelta inaccettabile. Non si può scaricare sui cittadini e sugli esercenti del Piazzo il peso di errori politici e gestionali che hanno distrutto un servizio pubblico storico. Pagare quasi due euro per un tragitto di pochi minuti è un salasso che scoraggerà residenti, visitatori e turisti. Invitiamo quindi le cittadine e i cittadini del quartiere, insieme alle attività commerciali, a costituire immediatamente un comitato cittadino per rivendicare la gratuità del collegamento. Si tratta di difendere un diritto fondamentale: quello alla mobilità, alla continuità della vita sociale ed economica del Piazzo, e alla valorizzazione turistica di un borgo che negli ultimi anni è cresciuto grazie alla sua bellezza e alle prestigiose rassegne artistiche e fotografiche ospitate nei Palazzi Gromo Losa e Ferrero.