Dall’ottobre 2023 gli “Amici del Brich” hanno acceso i riflettori sul degrado del Parco del Brich. Si è infatti giunti alla chiusura al pubblico, decretata dai Comuni di Zumaglia e Ronco alla fine del 2024, a causa della pericolosità della strada principale, che conduce al Castello – minacciata dalla caduta di alberi – e dei sentieri, ormai quasi scomparsi, soffocati dai rovi. La situazione è stata ampiamente documentata dalle fotografie di numerosi cittadini e visitatori.
Prima dell’intervento delle Associazioni, solo il sindaco di Zumaglia aveva denunciato lo stato di abbandono. L’8 giugno 2023 scrisse all’Unione Montana chiedendo la revoca della concessione: richiesta respinta in un clima di aperta ostilità. Nello stesso periodo la stampa riportava l’ipotesi di candidatura a sindaca, per Zumaglia, dell’attuale gestore del Parco: la vicenda assumeva toni surreali.
In questo contesto, gli “Amici del Brich” sono nati come gruppo di cittadini, che non ha «voltato lo sguardo altrove» ma ha iniziato a lavorare per salvaguardare un luogo caro a molti biellesi e presente in tutta la promozione turistica del territorio: una vera Biellezza.
L’attenzione al Parco non è stata accolta con favore da diversi amministratori: anzi, sono stati eretti muri di protezione e il suggerimento, senza mezzi termini, è stato di rivolgere l’attenzione alla sanità locale, perché «del Parco non valeva la pena parlare».
È nata così una community WhatsApp, spazio di condivisione di notizie, articoli e idee che, con sorpresa, ha raggiunto 800 contatti.
Dopo aver tentato un rapporto istituzionale discreto, rimasto inascoltato, il gruppo ha dovuto rivolgersi alla stampa locale. Un ringraziamento sentito va ai media, che hanno dato ampio risalto alla vicenda: la notizia ha superato i confini provinciali, approdando al Tg regionale e innescando un circolo virtuoso di interesse.
È quindi iniziato un lungo dialogo, spesso informale, con amministratori territoriali (Comuni, Provincia e Regione) affinché intervenissero. Parte dei sindaci dell’Unione Montana ha aperto il confronto e, lentamente, la barriera si è incrinata: è emersa la possibilità di prendere in considerazione un cambio di direzione rispetto alla decisione assunta nel 2021.
Sotto la pressione mediatica, l’Unione ha finalmente partecipato a un bando regionale – fatto mai avvenuto prima – che porterà 200 mila euro al Parco.
Anche la Provincia di Biella è stata coinvolta, tramite il suo Presidente, per trovare una soluzione che salvasse il Castello e l’area verde.
Parallelamente, grazie ai consiglieri regionali, è stato presentato un disegno di legge, per far rientrare l’intero Parco, con i relativi edifici, nell’Ente Parco Ticino Lago Maggiore, come già avviene per la Bessa, la Baraggia e la Burcina. Il testo è stato firmato da tutti i rappresentanti biellesi in Consiglio regionale.
A sostegno del Parco, nella primavera 2025, il gruppo ha promosso la raccolta firme per il censimento «I Luoghi del Cuore» del FAI: in brevissimo tempo sono state raccolte 4 250 adesioni, segno del legame profondo fra i biellesi e il Brich. Ciò consentirà di accedere a un co‑finanziamento e a una targa commemorativa da collocare nell’area; i numerosi sostenitori si sono offerti di farsi carico dei costi.
Giovedì 12 giugno 2025, in un’intervista alla stampa locale, il presidente dell’Unione Montana ha gelato gli entusiasmi: l’ipotesi di affidare la gestione all’Ente Parco, collegata a un emendamento dei consiglieri Zappalà e Verzella, è naufragata. «Tutto si è arenato» ha dichiarato Crovella, invitando chi ha «protestato» a costituirsi in associazione per contribuire al salvataggio della Riserva. Il gruppo si è messo all’opera per farsi trovare pronto.
Il 24 giugno 2025 l’Unione Montana, alla presenza del consigliere regionale Zappalà, ha incontrato una delegazione dei firmatari: 28 associazioni territoriali e numerose guide turistiche.
Il messaggio è stato chiaro: la concessione precedentemente stipulata con Manifacture60 è stata revocata; i lavori finanziati con i 200 mila euro del bando regionale sono già in corso e, con la fase principale prevista per l’autunno‑inverno, porteranno alla riapertura del Parco.
La proposta di legge regionale, sottoscritta da tutti i rappresentanti biellesi, sarà discussa in commissione a settembre. «Non vi sono ostacoli all’approvazione» ha assicurato il dottor Zappalà.
L’Unione ha ripreso il controllo dell’area e, grazie ai fondi messi a disposizione dai Comuni di Ronco Biellese, Zumaglia e dalla stessa Unione, provvederà alla manutenzione necessaria per garantire l’apertura in sicurezza. Il Castello e gli altri edifici ( che non verranno aperti al pubblico) dovranno però attendere, poiché non sono stati previsti ulteriori interventi: potranno comunque accedere a bandi dedicati, qualora venissero presentati progetti di valorizzazione turistica.
Lo spostamento delle antenne dalla torre del Castello richiederà ancora tempo: durante gli scavi per il nuovo traliccio sul Monte Preve sono state rinvenute le fondamenta di una torre seicentesca, bloccando i lavori. Un’ingiunzione della Soprintendenza, rimasta inapplicata da dodici anni, attende ancora esecuzione; si auspica di non doverne attendere altrettanti.
Infine, alla proposta degli «Amici» di un percorso di amministrazione condivisa dei beni comuni, è stato risposto che non vi è interesse per questa strada e che ogni decisione è rimandata, a quando la gestione passerà all’Ente Parco.
Gli «Amici del Brich», oggi numerosi, attendono il giorno in cui potranno brindare in cima alla collina e, perché no, organizzare una grande festa. Sperano di ritrovare la panchina – se fossero due sarebbe meglio, tre ancor di più – sulla quale, dopo la salita, ci si sedeva a turno per ammirare l’impareggiabile panorama della pianura e della Serra. Talvolta vi si incontravano i bambini della scuola di Zumaglia, che lassù tenevano lezione sull’erba: così iniziavano a custodire nel cuore, il ricordo del Brich.