Il fenomeno delle truffe telematiche si conferma, nel 2023, una delle principali criticità nel panorama della sicurezza nazionale. Lo evidenzia l’analisi curata da Nino Lucchesi per Truffa.net, pubblicata nel 2025. Sulla base dei dati ufficiali Istat, Ministero dell’Interno, Confartigianato e Il Sole 24 Ore, colloca le truffe informatiche al secondo posto nella classifica dei reati più denunciati in Italia, con oltre 300.000 esposti registrati nell’anno.
Secondo i dati, solo i furti superano le truffe informatiche in termini assoluti, con oltre un milione di denunce nel 2023 su circa 2,3 milioni di atti delittuosi complessivi. Le truffe digitali, in tutte le loro declinazioni, rappresentano dunque una realtà strutturale e sistemica, la cui incidenza è in aumento costante: +10,3% rispetto al 2022, l’incremento più marcato tra tutte le categorie di reato rilevate.
A livello nazionale, il Piemonte è al secondo posto
Sul piano territoriale, il Piemonte si posiziona al secondo posto tra le regioni italiane più esposte al rischio di truffe informatiche, preceduto unicamente dalla Toscana. Il punteggio complessivo – che combina il numero medio di denunce su 100.000 abitanti e la crescita registrata nel quinquennio 2019–2023 – è pari a 792 su 1000, a fronte di un’incidenza superiore alla media nazionale e un incremento annuo superiore al 10%.
Nella graduatoria provinciale spicca Torino, che si colloca all’undicesimo posto in Italia per numero di denunce proporzionali (780,13 per 100.000 abitanti). Il dato conferma una diffusione capillare del fenomeno anche nelle aree metropolitane maggiormente digitalizzate, dove la maggiore esposizione ai servizi online e l’intenso utilizzo dei canali telematici rendono più probabile il contatto con tentativi di frode.
Biella: numeri in crescita e nuove forme di raggiro
Il territorio biellese si inserisce con evidenza in questo contesto nazionale e regionale. Secondo i dati dell’Indice della criminalità 2024 del Sole 24 Ore, riferiti all’anno 2023, la provincia di Biella ha registrato un valore di 554,2 denunce di truffe e frodi informatiche ogni 100.000 abitanti, a fronte di una media nazionale di 491,5. La posizione complessiva è l’81ª su 106 province italiane, ma il trend evidenzia una crescita costante rispetto al periodo pre-pandemico.
Sul piano qualitativo, le forze dell’ordine locali segnalano un’evoluzione delle tecniche fraudolente, con una prevalenza di attacchi tramite phishing, smishing e vishing, ovvero raggiri perpetrati via email, SMS o chiamate telefoniche che imitano comunicazioni istituzionali o bancarie. In crescita anche i casi di truffe agli anziani mediante la tecnica del “falso incidente” o del “finto tecnico”, nonché le frodi legate a marketplace e vendite online fittizie.
Un fenomeno articolato: tipologie e numeri
Il report di Truffa.net specifica nel dettaglio la ripartizione delle principali forme di truffa informatica. Il 55% dei casi (circa 166.000 denunce) riguarda phishing, smishing e vishing, modalità fondate sull’usurpazione di identità fidate (banche, enti pubblici, piattaforme e-commerce) al fine di carpire dati sensibili o denaro. Seguono le truffe da marketplace (20% – 60.000 denunce), ovvero finte vendite online di prodotti inesistenti, e le false comunicazioni bancarie o PEC (10% – 30.000 denunce).
Altre categorie emergenti includono: truffe sentimentali e social (6%), raggiri su investimenti e criptovalute (4%), e truffe residuali legate a finti call center, bollette o rimborsi (5%). A queste si aggiungono le frodi informatiche vere e proprie (9% del totale), che comprendono reati come accesso abusivo a sistemi informatici, malware e ransomware, furti di credenziali e attacchi di intrusione sistemica.
Una sfida sociale, oltre che tecnologica: l’Italia, con oltre 54 milioni di utenti attivi online e 82 milioni di connessioni mobili registrate, rappresenta un ecosistema ad alta connettività ma ancora esposto a rischi elevati. La cultura della sicurezza informatica, pur in crescita, non è ancora sufficientemente diffusa. Ne è testimonianza la prevalenza di raggiri semplici ma efficaci, che fanno leva sulla fiducia, sull’urgenza percepita e sulla scarsa abitudine a verificare le fonti digitali.
Il report sottolinea inoltre la disparità territoriale nella diffusione delle truffe, con un’incidenza maggiore nelle regioni del Centro-Nord, spesso correlate a un uso più massiccio dei servizi digitali, mentre le province del Sud mostrano valori più contenuti, legati in parte alla minore digitalizzazione e in parte a una diversa propensione alla denuncia.
Il quadro internazionale
A livello europeo, l’Italia non compare tra i paesi più colpiti dalle truffe informatiche, ma è comunque soggetta a un trend in crescita. Secondo l’indice National Cyber Security Index (NCSI), il nostro Paese si colloca al 5º posto a livello mondiale per capacità di risposta alle minacce digitali, dietro Repubblica Ceca, Canada, Polonia e Belgio.
Tuttavia, altri report (tra cui Surfshark e Kloudle) evidenziano come l’intensificazione della connettività, anche in aree finora meno digitalizzate, stia ampliando le superfici di attacco potenziale. Il contesto, in continua evoluzione, impone quindi un rafforzamento delle attività di prevenzione e formazione, sia sul piano tecnologico che su quello educativo.
Il fenomeno delle truffe informatiche, ormai stabilmente al centro delle preoccupazioni legate alla sicurezza pubblica, richiede un approccio multilivello che coinvolga cittadini, imprese, istituzioni e media. Il territorio biellese, pur non essendo tra i più colpiti in termini assoluti, non è estraneo alla tendenza nazionale e necessita di strumenti adeguati per contrastare forme di criminalità digitale sempre più pervasive e sofisticate.