La Biella degli Anni ’60, quella delle fabbriche, delle sirene che scandivano i turni operai, del maglificio Boglietti che dominava il paesaggio ai piedi del Piazzo e della scuola del Lanificio Piacenza, non esiste più. Ma continua a vivere, sospesa nel tempo, attraverso le fotografie di Roberto Marchisotti, fotografo freelance, custode silenzioso di un'epoca che ha segnato l’identità industriale della città.
Le sue immagini, rigorosamente in bianco e nero o con calde tonalità seppiate, sono state realizzate con una Linhof 6x9 e impresse su lastre 9x12: scatti unici, capaci di restituire l’atmosfera autentica di un tempo ormai scomparso.
“Queste fotografie fanno parte di un lungo percorso che va dal 1960 al 1970 – racconta Marchisotti –. Sono scatti rubati alla quotidianità, testimonianze di una Biella che non c’è più e che raccontano una storia molto diversa da quella attuale.”
Uno sguardo nostalgico ma vivo, quello di Marchisotti, che attraverso l’obiettivo ha saputo fermare il tempo, di una città operaia che ha fatto della lana la sua gloria.