Music Cafè - 29 giugno 2025, 08:00

Riascoltati per voi: Camel - Music Inspired by The Snow Goose (1975)

Riascoltati per voi: Camel - Music Inspired by The Snow Goose (1975)

Benvenuti nel ventiseiesimo appuntamento con “Riascoltati per voi”. Quest’oggi, il nostro viaggio musicale compie un bel salto indietro nel tempo: ci troviamo nel 1975 per raccontare un disco speciale, poetico, quasi sospeso nel tempo: “Music Inspired by The Snow Goose” dei Camel. In un’epoca in cui il rock progressivo era nel suo pieno splendore, questo lavoro si distingue per la sua raffinatezza strumentale, una favola senza parole, un’opera senza tempo, un vero e proprio capolavoro strumentale, commovente e immaginifico.

Nel cuore degli anni ’70, mentre il progressive rock dominava le classifiche con suite iper elaborate e virtuosismi strumentali, i Camel pubblicavano “Music Inspired by The Snow Goose”, un'opera ispirata a un racconto per ragazzi capace di emozionare anche gli adulti. Un album interamente strumentale che si trasforma in viaggio sonoro, tra malinconia e meraviglia. La band fece un gesto davvero coraggioso pubblicando un concept interamente strumentale, ispirato a un racconto delicato e poco noto. Eppure, questo gesto divenne leggenda.

Questo disco mi ha colpito particolarmente perché, a differenza di molti dischi rock che si affidano a testi e slogan, qui si parla esclusivamente con la musica. Un'opera interamente strumentale, ma capace di raccontare una storia dall’inizio alla fine, come un romanzo che prende vita fra le note.

L’album è un’unica suite musicale divisa in sedici brani strumentali, dove ogni traccia rappresenta un episodio della storia. Non c’è una sola parola, ma non ce n’è bisogno: la musica dipinge scene con un’intensità narrativa impressionante. Le melodie delicate del flauto e della chitarra acustica introducono un’atmosfera sognante, mentre momenti più drammatici sono scanditi da sezioni orchestrali o riff elettrici in crescendo. “Rhayader” e “Rhayader Goes to Town” sono forse le due tracce più celebri: la prima, introspettiva, la seconda esplosiva e quasi jazzata. Mentre, verso la fine dell’album, si può ascoltare prima “Fritha Alone”, un gioiello di malinconia; successivamente “La Princesse Perdue” ed infine “The Great Marsh (Reprise)”, questi tre brani chiudono il disco con un tono struggente. La narrazione musicale è così ben costruita che, anche senza conoscere la storia, si percepiscono emozioni nitide e profonde.

Concludo e vi lascio all’ascolto: questo può definirsi un album perfetto per chi vuole avvicinarsi al rock progressivo senza perdersi in tecnicismi vari: è semplice nella forma ma profondo nel contenuto, perché “The Snow Goose” è una di quelle opere che vanno ascoltate con calma, con la luce soffusa, lasciandosi trasportare, un perfetto compagno per una sera di primavera, o per quei momenti in cui si ha bisogno di ricordare che anche la musica può raccontare storie, senza dire una parola!

I miei brani preferiti sono: essendo una suite, direi l’intero album!

Voto: 9,5


Tracce:

1) The Great Marsh – 2:02

2) Rhayader – 3:01

3) Rhayader Goes to Town – 5:19

4) Sanctuary – 1:05

5) Fritha – 1:19

6) The Snow Goose – 3:12

7) Friendship – 1:44

8) Migration – 2:01

9) Rhayader Alone – 1:50

10) Flight of the Snow Goose – 2:40

11) Preparation – 3:58

12) Dunkirk – 5:19

13) Epitaph – 2:08

14) Fritha Alone – 1:40

15) La Princesse Perdue – 4:43

16) The Great Marsh (Reprise) – 1:20

Durata: 43 minuti.


Formazione:

- Andrew Latimer – chitarra, flauto, voce

- Peter Bardens – tastiere

- Doug Ferguson – basso

- Andy Ward – batteria, percussioni

- David Bedford - tastiera, arrangiamenti orchestra

- The London Symphony Orchestra – archi e fiati

Mi piacerebbe davvero conoscere le vostre impressioni! Condividete con me i vostri pensieri non solo su "Music Inspired by The Snow Goose”, ma anche sui Camel e sull'impatto che la loro musica ha avuto sulle vostre vite. Ogni opinione è un pezzo in più di questa grande storia musicale che ci unisce.

Alla prossima tappa del nostro viaggio musicale!

Andrea Battagin