“Negli ultimi giorni si è parlato molto – e spesso a sproposito – del laghetto di via Friuli. Troppe parole, poche verità. È giunto il momento di chiarire i fatti”.
“Abbiamo avviato un intervento urgente su un’area che da anni versava in condizioni critiche: acqua stagnante, bocche di flusso e deflusso otturate, assenza di ossigenazione, ambiente inquinato e malsano. Una situazione che metteva a rischio la fauna ittica, la biodiversità e anche l’igiene pubblica. Nessuno fino ad oggi, si è caricato del problema in modo serio e responsabile. Noi sì”.
“È falso, gravemente falso, dire che gli animali sono stati lasciati a morire. La verità è che nessun animale è stato abbandonato. I tecnici del nostro Settore Parchi e Giardini – professionisti di comprovata esperienza e con una reale sensibilità verso l’ambiente – sono intervenuti fin dal primo giorno per mettere in salvo le tartarughe, i pesci e tutti gli altri esemplari presenti nel laghetto. Gli animali sono stati trasportati in sicurezza presso il laghetto di Chiavazza, dove vivono in condizioni ambientali migliori. Chi afferma il contrario, mente o parla senza sapere”.
“Chi oggi urla allo scandalo, dov’era negli anni in cui quel laghetto si stava trasformando in una palude? O quando l’acqua si era fatta torbida e putrida e la vita scompariva un centimetro alla volta? Questo laghetto non è “di serie B”. Lo stiamo riqualificando perché vogliamo restituirgli dignità, bellezza e vita. Dopo anni di abbandono, tornerà a essere un’oasi urbana vera, sostenibile, in equilibrio con il contesto naturale e la città”.
“Capisco l’affetto della comunità per quel luogo. Ma l’affetto non può mai tradursi in immobilismo. Amare un ambiente significa anche pretendere che venga curato, mantenuto, protetto. Questo è esattamente ciò che stiamo facendo. A testa alta. Con rispetto. Ma anche con fermezza”.