“Ho vissuto un'ora di vera paura e puro terrore. Non mi faccio abbattere facilmente ma ad un certo punto mi è venuta un po' d'ansia, specialmente quando ho visto salire l'acqua dalla cantina. Non sono stati momenti piacevoli”. Sono trascorsi quasi 3 giorni dall'ondata di maltempo che si è abbattuta sabato scorso sul Biellese orientale ma il ricordo è più nitido che mai.
A parlare Francesca Tiboldo, residente di Lessona che, poco prima delle 18, si è trovata nel cuore di un vero e proprio “downburst”, con raffiche di vento che, in alcuni momenti, avrebbero sfiorato i 130 km/h. Come sottolineato in altre occasioni, si tratta di un fenomeno meteorologico formato da forti folate di vento discensionali con movimento orizzontale. In alcuni casi, queste possono raggiungere velocità elevate.
“Poco prima delle 18 di sabato il cielo è diventato nerissimo, l'aria sempre più intensa, unita ad un violento temporale, con grandine di medie dimensioni che, in breve tempo, hanno imbiancato strade e giardini, bloccando i tombini e i canali di scolo – racconta la biellese – I colpi erano terribili: temevo che i chicchi potessero spaccarmi parti del tetto o altri locali della casa. Non solo: sentivo che attorno a me sono stati spazzati via fiori e fogliame, oltre ad assistere all'allagamento della strada”.
In pochi istanti, l'acqua ha cominciato a invadere anche i locali inferiori della sua abitazione. “Una vera cascata si è formata in cantina e nella tavernetta – sottolinea – Non mi sono persa d'animo e ho subito richiesto l'intervento dei Vigili del Fuoco che, in quel momento, erano impegnati in altri interventi. Nonostante il caos della situazione, mi hanno assistito al telefono consigliandomi di stare ai pieni superiori”. Sola in casa, ha aspettato che tutto finisse augurandosi pochi danni nella zona. “Ero spaventata – ammette – senza luce ed energia elettrica, con alcuni locali pieni d'acqua. Mi auguravo che tutto finisse alla svelta ma i minuti sono sembrati interminabili”.
Terminato il nubifragio, la stessa è stata aiutata da alcuni amici e parenti nell'opera di sistemazione dei locali con la rimozione dell'acqua e del fango: “Mi sento di ringraziare di cuore chi si è presentato al mio cancello, pronto ad aiutarmi – spiega - Innanzitutto mia cugina Paola Comoglio presente fino all'alba; a seguire Alessandro Valota, Marco Sarasso, Anna Valota, Francesco Cappa Verzone. Tutti loro mi hanno aiutata nel momento del bisogno e li ringrazio infinitamente. Finché ci sono e ci saranno persone come loro il mondo girerà nel modo giusto. Uno speciale ringraziamento anche ai Vigili del Fuoco che mi hanno comunque chiamata più volte per sapere se stavo bene a seguito della mia richiesta di aiuto ma che non sono potuti intervenire per la quantità di urgenze più gravi. Dalla sottoscritta un ulteriore e sentito grazie”.