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Running e Trail | 20 giugno 2025, 11:34

Da Mottalciata e Tollegno a Santiago, tre biellesi uniti in un cammino tra incontri e riflessioni: Riccardo, Filippo e Fausto FOTO

Sono tanti i pellegrini che Riccardo ha incontrato lungo il cammino. Tra loro Luca di Trento, ma anche Gabriele Da Torino, Giuseppe da Treviso e durante la seconda tappa, da Pamplona a Zubiri, ha incontrato due compagni di viaggio che, come lui, arrivano dal Biellese

foto Filippo Sarcì

foto Filippo Sarcì

Ha 30 anni, è da Mottalciata e ha deciso di mettersi in cammino per scoprire qualcosa di più su sé stesso. Riccardo Pilloni è uno dei tanti pellegrini che, zaino in spalla, hanno scelto di percorrere il Cammino di Santiago. Una scelta non solo spirituale o simbolica, ma anche personale: "Ho deciso di intraprendere questa esperienza per cercare di capire meglio chi sono, per ritrovare me stesso – racconta –. Tempo fa mi era stato diagnosticato un problema alla vista, che per fortuna ho risolto. Anche questo ha contribuito a spingermi a partire: ora voglio vivere pienamente questa opportunità".

Sono tanti i pellegrini che Riccardo ha incontrato lungo il cammino. Tra loro Luca di Trento, ma anche Gabriele Da Torino, Giuseppe da Treviso e durante la seconda tappa, da Pamplona a Zubiri, ha incontrato due compagni di viaggio che, come lui, arrivano dal Biellese. Sono i cognati Fausto Cagna e Filippo Sarcì, di Tollegno. Fausto, racconta Riccardo, è diventato per lui una sorta di “sherpa”: "Ogni giorno ci confrontiamo sul percorso, su dove dormire, su cosa vedere. È un punto di riferimento prezioso".

Filippo Sarcì, conosciuto nel biellese come fotografo ex professionista invece, è ormai un veterano: questo è il suo secondo cammino, dopo aver completato nel 2024 il Cammino Portoghese. "Quest’anno, per celebrare la meritata pensione, ha deciso di rimettersi in cammino con suo cognato il 26 maggio. È il nostro fotografo ufficiale, ci aggiorniamo spesso durante la giornata."

L’obiettivo è chiaro: arrivare a Santiago de Compostela entro il 26 giugno. Un traguardo che racchiude fatica, emozioni, incontri. E soprattutto, una parola che i pellegrini si scambiano ogni giorno per incoraggiarsi: “Ultreia”, termine latino che significa “avanti!”, “non mollare”, “prosegui con forza”. Un invito a camminare, dentro e fuori di sé.

s.zo.

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