L’Anffas Biellese accoglie con favore la riforma introdotta dal Ministero dell’Istruzione che, a partire dal prossimo anno scolastico, rafforza la continuità didattica per i docenti di sostegno nelle scuole medie e superiori. Una misura ritenuta cruciale per garantire inclusione e stabilità agli studenti con disabilità.
A prendere posizione è Ivo Manavella, presidente della Cooperativa Sociale Integrazione Biellese, braccio operativo di Anffas: «Esprimiamo forte contrarietà rispetto al ricorso presentato dai sindacati Cgil e Gilda Unams, che contestano una norma pensata per tutelare la continuità educativa. Finalmente, la continuità didattica viene riconosciuta come un diritto della persona con disabilità, e non più come prerogativa del docente. È un passaggio culturale fondamentale».
Secondo Manavella, il decreto 71/2024 rappresenta un cambio di passo, seppur migliorabile: «La stabilità del rapporto con l’insegnante di sostegno non è un tecnicismo, ma un elemento centrale per costruire percorsi personalizzati e realmente inclusivi. I cambi frequenti compromettono il rapporto educativo e rallentano l’apprendimento. Questo decreto riconosce per la prima volta, in modo strutturale, che il diritto alla continuità è parte integrante del progetto di vita degli alunni con disabilità».
Il presidente di Anffas sottolinea inoltre come la battaglia per la continuità didattica sia parte dell’impegno quotidiano dell’associazione: «Da sempre ci battiamo per i diritti degli studenti con disabilità e delle loro famiglie. La continuità didattica non è un privilegio, ma un diritto da difendere. È necessario che il confronto su queste tematiche torni ad essere costruttivo, basato sulla qualità dell’inclusione e non su interessi corporativi».
Infine, una riflessione personale: «Quando c’è un conflitto tra diritti, deve prevalere quello dei più fragili, di chi non può difendersi da solo. Ricordo quando mio figlio passò dalla scuola media alle superiori: la sua insegnante di sostegno rinunciò a una cattedra pur di proseguire quel percorso. Un gesto straordinario allora. Con il decreto 71, dovrebbe diventare la normalità».