Oltre una piccola o media impresa italiana su due, il 54% per l’esattezza, intende investire «con intensità» nella digitalizzazione per il 2025. A dirlo sono gli Osservatori Digitali del Politecnico di Milano: i dati non mostrano variazioni regionali significative e questo significa che tra quelle che investiranno quest’anno in misura massiccia sul digitale ci sono anche le oltre trecento PMI del biellese. Cosa significa, però, digitalizzare in un’azienda di piccole o piccolissime dimensioni? Da dove partire e quali sono gli errori da evitare?
Gli step essenziali della digitalizzazione nelle PMI
Il primo investimento digitale consigliato per una PMI è quello su un buon sito aziendale. Può sembrare banale, ma molte aziende di piccole dimensioni in Italia ancora non ne hanno uno o, se ce l’hanno, non badano ad aspetti come l’usabilità e, cioè, a quanto sia facile per chi lo visiti trovare le informazioni che sta effettivamente cercando.
Il sito aziendale rimane ancora tra le principali vetrine di cui dispongono le attività locali per farsi conoscere e far conoscere la propria proposta di prodotti o servizi, specie se attraverso di esso si riesce a presidiare una fase decisamente strategica del percorso che porta le persone all’acquisto che è quella della scoperta. La prima cosa che la maggior parte delle persone oggi fanno prima di comprare qualcosa – qualsiasi cosa – è infatti cercare su Google: con un sito ben posizionato tra i primi risultati di ricerca aumentano le probabilità di cominciare a entrare in relazione con chi è interessato a prodotti o servizi simili a quelli del proprio catalogo.
Per attrarre traffico sul proprio sito aziendale si possono utilizzare tecniche organiche, le cosiddette tecniche di ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO). Considerata la forte competizione che c’è per essere primi su Google, però, una buona idea può essere rivolgersi a consulenti come Luigi Virginio ed esplorare le opportunità che vengono da Google Ads e dalle campagne a pagamento.
Una consulenza strategica con un esperto può aiutare, più in generale, le piccole e medie imprese a migliorare la propria presenza digitale: essere facilmente trovabili su Google è solo una piccola di una strategia che, anche nel caso delle PMI, dovrebbe puntare a essere presenti su diverse piattaforme social ed entrare in relazione con i propri (potenziali) clienti tramite altri canali quali l’email.
Tra gli step che molti addetti ai lavori consigliano alle aziende di piccole dimensioni di compiere all’inizio del processo di digitalizzazione c’è anche, se le referenze del proprio catalogo lo permettono, aprire un e-commerce: è spesso il modo più semplice per raggiungere nicchie di mercato inesplorate dai competitor, oltre che per non deludere consumatori affezionati ma sempre più avvezzi ormai ad acquistare online.
Più in là nell’iter di digitalizzazione delle PMI potranno venire azioni più complesse come automatizzare i processi più ripetitivi, adottare sistemi che velocizzino e rendano più sicuri il trattamento e la conservazione dei dati, integrare l’uso dell’AI nelle lavorazioni quotidiane.
L’importanza per le PMI di affidarsi a degli esperti digitali
Il principale errore che le PMI dovrebbero evitare è affrontare da sole la sfida della digitalizzazione. Più piccole sono le dimensioni dell’azienda, infatti, e meno scontato è che al suo interno ci siano già persone con le competenze giuste per affrontare la “distruzione” che spesso il digitale impone. Rivolgersi a degli esperti esterni per consulenze o collaborazioni è spesso essenziale per ottenere un migliore ritorno dagli investimenti digitali.