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Newsbiella Young | 31 maggio 2025, 06:50

Bullismo e solitudine tra i giovani: una generazione che chiede ascolto

Greta: "Anche io, purtroppo, ho vissuto in prima persona esperienze che confermano quanto questi fenomeni siano reali e profondi"

Bullismo e solitudine tra i giovani: una generazione che chiede ascolto

11.000 studenti tra gli 11 e i 19 anni sono stati coinvolti in una ricerca sostenuta dall’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e Disagio Giovanile, con il supporto dell’Accademia dei Campioni. I risultati disegnano una generazione in difficoltà: una gran parte di adolescenti dichiara di soffrire di solitudine, e circa il 4% di essi ricorre a metodi estremi per affrontare la problematica. Non solo bullismo e del cyberbullismo sono in continuo incremento tra le vite dei ragazzi: più del 30% di loro dichiara di essere stato vittima di comportamenti aggressivi. 

Anche io, purtroppo, ho vissuto in prima persona esperienze che confermano quanto questi fenomeni siano reali e profondi. Una persona a me molto cara ha scelto improvvisamente di allontanarsi da me e dal nostro gruppo di amici, isolandosi completamente. Di fronte a questa decisione, abbiamo tentato il tutto per dargli conforto, farci sentire vicini, ma non è valso a nulla. Non abbiamo potuto far altro che accettare la realtà dei fatti con dolore. 

Qualche anno fa una mia cara amica é stata vittima di bullismo in ambito scolastico. Io le sono stata vicino, motivandola a chiedere aiuto a persone esterne; questo perché quando si é presi di mira, il soggetto tende ad isolarsi, senza voler parlare con gli amici, tantomeno uscire di casa. Nel peggiore dei casi la vittima può arrivare a compiere gesti estremi per mettere un punto alla situazione sgradevole in cui si trova: purtroppo, al giorno d’oggi, i casi di suicidio per bullismo e solitudine sono elevati. Fortunatamente, la mia amica ha trovato la forza di chiedere aiuto anche grazie al fatto che i suoi amici non l’hanno abbandonata in un momento di malessere. Questo fattore non é affatto scontato perchè spesso, tra gli adolescenti, il fatto di rivolgersi ad uno psicologo può essere visto come atto di fragilità ed impotenza. Di conseguenza, nella vittima di bullismo nasce un certo scetticismo nel rivolgersi ad un professionista per paura di essere attaccata ulteriormente. 

Concludo dicendo che é oggettivo il fatto che con lo sviluppo della tecnologia, e il conseguente diffondersi dei social media tra ragazzi sempre più giovani, i casi di cyberbullismo saranno sempre più frequenti, e purtroppo temo che anche i casi di bullismo nelle scuole possano aumentare. 

A questo proposito secondo me potrebbe essere utile integrare negli istituti scolastici delle ore in cui professori e specialisti esterni sensibilizzano i ragazzi di ogni età su tematiche di questo genere. È altrettanto importante abbattere il pregiudizio secondo cui rivolgersi a uno psicologo significhi essere fragili. Al contrario, chiedere aiuto è un atto di coraggio che andrebbe incoraggiato e normalizzato.

Greta Garzi, 4D, liceo linguistico Sella

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