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Benessere e Salute | 17 maggio 2025, 06:50

Sanità in crisi, Vittorio Moretti: "Carenza di medici, lunghe liste d’attesa e giovani costretti a emigrare"

Le nuove tecnologie renderanno il sistema più efficace ed efficiente con evidenti risparmi di tempo e personale.

Sanità in crisi, Vittorio Moretti: "Carenza di medici, lunghe liste d’attesa e giovani costretti a emigrare"

Quando l’argomento riguarda la Sanità del nostro Paese le discussioni si accendono anche pesantemente tra partiti della minoranza e della maggioranza di Governo. Le liste di attesa ritengo non abbiano colore politico, sono la conseguenza della gestione della nostra sanità regionale la cui crisi non è scoppiata improvvisamente ma che è cresciuta senza che ci sia stata una programmazione sulla necessità di nuovo personale sanitario di anno in anno. Si stima che manchino 70 mila infermieri e 11 mila medici: in questa situazione l’accesso alle cure diventa difficile e le attese per molti servizi sanitari sono nell’ordine di mesi. 

Alcuni piccoli Comuni, in particolare nelle zone montane e rurali, hanno il servizio dei medici di base scoperto. Un parte della crisi del sistema sanitario si può attribuire all’invecchiamento della popolazione, ma non vi è dubbio che questa situazione non solo era prevedibile ma certa. L’aumento delle patologie croniche degli anziani, diabete, malattie cardiovascolari, Alzheimer, Parkinson, ha generato una forte pressione sia sugli ambulatori che sugli ospedali. Nel nostro Paese abbiamo molti giovani medici che, laureati a spese della collettività, scelgono di lavorare all’estero: le retribuzioni in Germania, Austria, Olanda, Svizzera e Svezia sono già all’inizio della carriera molto più alte oltre a situazioni lavorative migliori. Ma non basta, a causa dei test di ingresso alle facoltà mediche, con percentuali per accedere alle facoltà molto basse, da anni molti giovani (esclusi dai test, oggi finalmente aboliti) emigrano verso università estere ma al rientro in Italia per intraprendere l’attività professionale devono presentare domanda per il riconoscimento del titolo.

Il Ministero della Salute, pur a conoscenza della carenza di medici, impiega quattro cinque mesi per analizzare le domande e certificare la validità del titolo di studio. Se sono, come dicono i funzionari, molte le istanze, il Ministero dovrebbe velocemente semplificare l’iter burocratico e permettere l’inserimento dei nuovi medici; magari prioritariamente lavorando sulle istanze di cittadini italiani e europei. Forse troppo superficiale la soluzione? Oppure manca personale anche nelle direzioni del Ministero? Diamo atto che anche il settore sanitario sta trasformandosi velocemente: l’intelligenza artificiale, le telemedicina, la robotica applicata alla chirurgia, l’analisi a livello globale dei dati diagnostici e un monitoraggio delle malattie con l’applicazione di sensori. 

Le nuove tecnologie renderanno il sistema più efficace ed efficiente con evidenti risparmi di tempo e personale. In tutti casi ricordiamo che rimane la necessità di nuove conoscenze e continuo aggiornamento anche da parte dei medici per i quali, considerate le nostre eccellenti università, si dovrà lavorare per aumentare le matricole e fermare l’emigrazione dei nostri giovani laureati con stipendi più alti e minori carichi di lavoro. Nel frattempo credo che il Governo abbia in parte limitato il ricorso alle visite “intra moenia”, (le visite private dei medici ospedalieri) che accanto alle lunghe attese, a pagamento, permettono tempi brevi. 

Vorrei infine mandare un invito alle direzioni del Ministero della Salute, anche in questo caso per ridurre le lunghe attese per il riconoscimento dei titoli di università straniere.

Vittorio Moretti

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