Finalmente ci siamo: la 96ª Adunata Nazionale degli Alpini è ufficialmente iniziata. Dopo giorni di fermento, attesa e preparativi, ieri – venerdì 9 maggio – si è aperta la prima giornata ufficiale con l’inaugurazione della Cittadella, l’alzabandiera e il momento solenne dedicato all’onore dei caduti.
Le penne nere sono giunte a Biella già da giorni, e con loro una domanda ricorrente rivolta ai gruppi provenienti da tutta Italia: “Come vi trovate? Come siete stati accolti?” La risposta, unanime nel campione ascoltato, è una sola: con grande calore, rispetto ed entusiasmo. È questo il primo dato che emerge, e che già dà il tono a un evento destinato a lasciare il segno.
Il secondo elemento riguarda il rapporto con il territorio. Alla domanda “Vi piace Biella?”, molti hanno raccontato di aver approfittato della trasferta per visitare Oropa, esplorare i dintorni e conoscere un’area poco conosciuta ma sorprendentemente ricca di fascino. Anche in questo caso, le risposte sono state positive. Nel pomeriggio di ieri, Via Italia era gremita come non si vedeva da anni. Alcuni commercianti raccontano di non aver mai visto così tanta gente, “forse solo prima di alcune festività natalizie, tanti anni fa”.
Il commento più ricorrente? “I grandi eventi fanno bene”. Fanno bene alla città, alla convivenza tra persone diverse, alla nascita di nuove amicizie e legami sociali: aspetti spesso sottovalutati, perché l’attenzione si concentra quasi esclusivamente sull’impatto economico – pur sempre rilevante. Ma è solo girando per la città e parlando con i gruppi – dalla Val Camonica a Pordenone – che si coglie il vero spirito dell’Adunata: non servono presentazioni, titoli o status sociali. Non conta chi sei o da dove vieni.
Tra la folla, tra i canti, i mezzi stravaganti, le iniziative goliardiche e i brindisi improvvisati, emerge un dato chiaro: tutti, e davvero tutti, dichiarano che l’Adunata è un’occasione per stringere amicizie sincere, che si rinnovano ogni anno, in una città diversa. È forse un peccato questo?Poi, purtroppo, lo sappiamo: in mezzo a tanta festa c’è anche chi approfitta della confusione per compiere furti o altri atti spiacevoli. Serve attenzione. Non tutti sono dello stesso avviso riguardo all’evento, e le opinioni diverse vanno rispettate.
Ma questo non può e non deve oscurare il significato più profondo dell’Adunata: un appuntamento che per molti è un pilastro dell’anno e una fonte autentica di emozioni. L’Adunata non è solo folclore. Non è solo tradizione o nostalgia. È spirito di corpo, memoria, identità. Ma è anche apertura, contatto umano, condivisione. E in un mondo che troppo spesso si chiude, un evento come questo è una boccata d’aria buona. Di quella che fa bene al cuore.