Venerdì 2 maggio, alle ore 18:15, Villa Piazzo in Via G.B. Maggia 2 ospiterà il terzo appuntamento del progetto Accademia dell’Accoglienza, un'iniziativa nata per riflettere a livello internazionale sul significato e sulle molteplici interpretazioni della parola "accogliere".
Organizzato dall’Associazione Pacefuturo, l'incontro, dal titolo “Il ritorno dei Krupp”, vedrà protagonista Domenico Quirico, noto giornalista e inviato di guerra, che condividerà le sue esperienze maturate nei teatri di conflitto di tutto il mondo. Quirico parlerà dei conflitti dimenticati, delle scelte morali che l’inviato si trova a compiere, e del peso della responsabilità nel raccontare la storia.
Al termine dell'incontro sarà offerto un rinfresco conviviale. L'evento potrà essere seguito anche in diretta streaming sul canale YouTube dell'associazione Pacefuturo ODV-ETS.
L'intervista: "Raccontare i conflitti oggi è sempre più difficile"
In una recente intervista, Domenico Quirico ha raccontato le difficoltà che oggi si incontrano nel documentare le guerre. "Il problema – spiega – non è tanto scegliere quale conflitto raccontare, ma strutturare e organizzare la possibilità di farlo. Alcuni conflitti escludono la divulgazione perché i protagonisti non lo permettono. Penso, ad esempio, a situazioni in cui operano formazioni dell'islamismo radicale, oppure a guerre come quella in Ucraina, dove si può operare solo in modalità 'embedded', accettando limitazioni molto rigide."
Quirico sottolinea che essere embedded (quindi assegnato a un'unità militare e vincolato a diritti di protezione e oneri restrittivi) comporta dei rischi e delle intransigenze narrative: "Chi va embedded diventa inevitabilmente un propagandista. Personalmente non accetto questa modalità, ma è una posizione individuale, non un giudizio morale su chi invece la ritiene necessaria per poter comunque raccontare. Oggi - aggiunge il giornalista - essere inviato di guerra è estremamente difficile, non tanto per il pericolo in sé, quanto per l’impossibilità di raggiungere fisicamente molte aree del mondo.
Parlando della guerra in Ucraina, Quirico osserva: "Grandi inviati si sono recati sul campo, anche per ragioni oggettive: le vittime sono gli ucraini, gli aggrediti sono gli ucraini. Tuttavia, sarebbe stato interessante poter raccontare anche il punto di vista russo, per avere una visione più completa del conflitto. I russi che combattono, infatti, non sempre l'hanno fatto per scelta ideologica: molti sono stati costretti o spinti da necessità economiche."
Secondo Quirico, quando una parte del conflitto non viene raccontata – in particolare quella dei "cattivi" – si rischia di scivolare nella narrazione semplicistica che li dipinge come mostri disumani. "La guerra – conclude – è una realtà complessa, che tende a semplificare, ma non è mai una contrapposizione assoluta tra il bianco e il nero. La storia ce lo insegna."