/ ALPINI Adunata '25

ALPINI Adunata '25 | 26 aprile 2025, 08:00

Le mostre dell'Adunata

Adunata degli Alpini è anche cultura

Le mostre dell'Adunata

Le mostre dell'Adunata

Biblioteca Civica di Biella - inaugurazione: 29 aprile 2025 ore 18.30

Parole di guerra, parole di pace Un’incursione nella letteratura militare biellese

Storia e storie di soldati biellesi, raccontate dai biellesi. Romanzi, saggi, testimonianze edite, non senza iconografia, dalla “Guerra d’Andorno” del 1488 al “Tucc’un”, da Alberto La Marmora a Padre Brevi. La Biblioteca Civica di Biella, che ha appena compiuto 150 anni di attività, quella della Sezione ANA di Biella, i Gruppi ANA del Biellese e alcuni privati hanno voluto “esprimere” queste parole non per celebrare la guerra, ma per esaltare la pace. La memoria letteraria bellica (tra romanzi e saggi, poesie e racconti, articoli di giornale e commemorazioni, cronache, diari e scritti d’occasione) dei biellesi e sui biellesi è particolarmente ampia e storicamente profonda.

Seminario Diocesano - inaugurazione: 30 aprile 2025 ore 18.30 “Qui siete amati e prediletti…” I profughi della Grande Guerra a Oropa

Immagini e informazioni su una comunità (centinaia di persone fuggite dal fronte orientale) accolta al Santuario della Madonna Nera durante la Prima Guerra Mondiale. E con i profughi, anche i prigionieri.

Durante la Grande Guerra, fin dalla fine di giugno del 1915, il Santuario di Oropa fu luogo di ospitalità e rifugio per centinaia di profughi provenienti dalle zone di combattimento: dal Trentino Alto Adige a Gorizia, dal Veneto a Pola. Furono ospitate decine di bambini cui fu assicurato vitto e alloggio, ma anche la scuola. Le donne e gli uomini in grado di lavorare, che non fossero impiegati nelle industrie della città e delle vallate biellesi, furono adibiti ad attività di manutenzione delle mulattiere della conca oropea (il tratto di sentiero che collega il tempietto lungo la strada della galleria Rosazza e l'Alpone ne ricorda ancora oggi l‘impegno). Nell'estate e nell'autunno del 1917 furono distaccate a Oropa anche alcune decine di prigionieri cui furono assegnate mansioni forestali, soprattutto di taglio legna. Il 4 Novembre 1918 trovò la comunità di Oropa più povera di uomini (alcuni dei quali morti o feriti in guerra) e di mezzi. Soprattutto i boschi, uno dei grandi patrimoni del santuario, avevano subito un vistoso depauperamento causato dalle requisizioni di legname da ardere e da opera. "Qui siete amati e prediletti..." è un passaggio di un articolo apparso su "L'Eco del Santuario d’Oropa" del 1915 che riassumeva sia la disposizione d'animo di Oropa sia la necessità di rassicurare tanto i profughi quanto coloro che non li accettarono senza riserve. Il Santuario di Oropa non fu l'unico centro di accoglienza del Biellese, ma fu quello di maggior concentrazione quantitativa e di più lunga durata. I santuari di Graglia e di San Giovanni d'Andorno, nonché la stessa Città di Biella con altri comuni del circondario (Andorno, Pollone ecc.) fecero la loro parte, ma Oropa giocò il ruolo più importante.

Provincia di Biella - inaugurazione: 6 maggio 2025 ore 18.30

Grigioverde dal telaio alla trincea Le fabbriche biellesi nella Grande Guerra

I lanifici biellesi hanno “vestito” la Prima Guerra Mondiale producendo quasi tutto il panno grigioverde utilizzato per confezionare le divise del Regio Esercito. Una piccola grande storia nella Storia.

Il paesaggio della Grande Guerra italiana ha tre varianti (mono)cromatiche: il grigiomarrone più o meno scuro del fango e della pietra, il grigiobianco della neve e del ghiaccio e il grigioverde delle uniformi. I primi due sono naturali, l'ultimo era fabbricato. Il 70% di quella terza tinta bicolore veniva da Biella.

Il 70% dei milioni di uomini del Regio Esercito impegnati sul fronte austro-ungarico si è inzuppato d'acqua, ha tremato di freddo, ha dato la caccia ai suoi pidocchi, si è ammalato, è andato in licenza tutto questo indossando tessuto grigioverde biellese. Il 70% delle giubbe, dei calzoni, delle fasce mollettiere che si strapparono sui fili spinati e che furono forate dai proiettili nemici era, come si direbbe oggi, made in Biella. Il 70% dei 600.000 caduti italiani della Prima Guerra Mondiale, nel momento in cui ha smesso di vivere, indossava panno prodotto nel Biellese. E' molto probabile che il Milite Ignoto riposi sotto l'Altare della Patria in una divisa ricavata da stoffa biellese.

La percentuale del 70% cui sopra resta valida per tutti i 102.507.401 metri di grigioverde realizzati nei 42 mesi guerra. Biella ha vestito la Grande Guerra. Più di cento milioni di metri, più di centomila chilometri di tessuto sparati dalle navette biellesi (con quelle pratesi e venete) che, come mitragliatrici, hanno coperto e protetto gli alpini, i bersaglieri e i fanti.

Per il Biellese non meno di cinquanta lanifici (senza contare la Pettinatura Italiana di Vigliano, la Filatura di Tollegno e molte altre filande più piccole) formarono un blocco compatto sotto l'egida dell'Associazione dell'Industria Laniera Italiana e guidarono il contingente di riferimento per tutto il comparto a livello nazionale.

San Giovanni d’Andorno - inaugurazione: 8 maggio 2025 ore 18.30

Gli Alpini e la Bürsch Tracce di alpinità in (Alta) Valle Cervo

La Valle Cervo (la parte più alta si chiama Bürsch) vanta una profonda tradizione alpina, tra leva e guerra, tra soldati da ricordare e la fabbrica del cappello alpino, tra marce, gruppi e lapidi sulle cime. Alpini e Valle Cervo sono un tutt’uno.

Vale qui, come e più che altrove, il motto alpino nostrano tucc’un, che esprime, con la brevitas che contraddistingueva i nostri vecj, fratellanza e unità. Alpini e archivi sono un ulteriore tutt’uno, perché Alpinità e Storia sono vincolate inscindibilmente fin dalla costituzione del Corpo. E non soltanto per dedizione patriottica ed eroismi durante i periodi bellici, ma anche per ardore e prontezza in caso di necessità nel contesto civile nel lungo momento di pace – sperando che non sia mai più interrotto – che vive l’Italia dalla fine dell’ultimo conflitto. La Storia della Valle Cervo è, quindi, colorata anche del verde alpino e firmata dal nero delle penne. Lo attesta il Parco della Rimembranza sorto accanto a questo santuario nel 1924.

Le informazioni di queste mostre sono a cura di Danilo Craveia

Palazzo Gromo Losa - dal 1 al 18 maggio Steve McCurry Uplands & Icons.

In collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Palazzo Gromo Losa Srl sarà possibile esibendo il tesserino degli Alpini accedere a un’opportunità culturale di grande rilievo: sono infatti previste speciali agevolazioni per la visita alla mostra Steve McCurry Uplands & Icons. A partire dal 1° e fino al 18 maggio, data di chiusura della mostra ogni biglietto acquistato a tariffa ridotta "Alpini" darà diritto a un secondo biglietto omaggio per l’esposizione fotografica dedicata a Steve McCurry, ospitata negli spazi di Palazzo Gromo Losa e Palazzo Ferrero a Biella Piazzo. Vista l’alta affluenza prevista proprio nei giorni dell’Adunata e in quelli che la precedono è consigliabile per i gruppi numerosi prenotare attraverso la mail 📧 mccurry.biella@coopculture.it

c.s. Adunata - cc

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