96a adunata Alpini a Biella

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POLITICA | 24 aprile 2025, 11:50

"Il 25 Aprile deve essere un giorno in onore di chi è morto per la libertà"

"Il 25 Aprile deve essere un giorno in onore di chi è morto per la libertà"

"Il 25 Aprile deve essere un giorno in onore di chi è morto per la libertà"

Riceviamo e pubblichiamo:
"Domani si celebra il 25 Aprile, 80° Anniversario della Liberazione. Una ricorrenza fondamentale, che cade a soli dieci giorni dalla Festa delle Lavoratrici e dei Lavoratori: due date che rappresentano la sconfitta della dittatura e del nazifascismo.

Il Primo Maggio è un giorno simbolo delle conquiste ottenute con le lotte e il lavoro. Ma queste conquiste hanno radici profonde e dolorose: basti pensare alle 161 donne antifasciste condannate dal Tribunale Speciale, istituito il 25 novembre 1926. Tra loro, Iside Viana di Candelo, morta nel carcere di Perugia, considerato tra i più duri del regime.

Molte furono le donne attive nella lotta partigiana nel Biellese, come Alba Spina e le coraggiose staffette partigiane: Cesarina Bracco, Nella Zaninetti, Lina Curnis, Neva Bracco, Liliana Rossetti, Rosina Corona.

A Biella, nella villa Schneider – sede delle SS – antifascisti e partigiani venivano torturati. Il racconto del partigiano Pacho è agghiacciante: catturato dai nazifascisti, fu immediatamente colpito con pugni e calci, poi spogliato e costretto a subire una tortura atroce con una lama a doppio taglio, svenendo più volte. Un suo compagno subì la "tortura della candela", in cui una candela accesa veniva fatta passare ripetutamente sotto le gambe sollevate.

Altre testimonianze raccontano di partigiani denudati, legati a una sedia, feriti al basso ventre e torturati con ferri roventi in bocca, nelle narici, nelle orecchie. Queste atrocità sembrano oggi dimenticate, offuscate da un revisionismo che mette in pericolo libertà e democrazia.

Le donne furono protagoniste anche delle lotte sindacali: scioperi, manifestazioni nelle fabbriche tessili del Biellese per l’orario di lavoro di otto ore e l’aumento dei salari. Le stesse donne che, come quelle nella fabbrica Triangle di New York, morirono tragicamente in 146, bruciate vive dietro porte chiuse dai padroni.

Quelle lotte, quelle manifestazioni, ci hanno lasciato in eredità diritti fondamentali: la sanità pubblica, le tutele sul lavoro. Eppure oggi, anche queste conquiste vengono dimenticate, insieme al ruolo fondamentale delle organizzazioni sindacali.

Il 25 Aprile deve essere un giorno di mobilitazione popolare, di partecipazione attiva ai cortei e alle manifestazioni, in onore di chi è morto per la libertà, sulle montagne e nelle città, e contro ogni forma di revisionismo storico.

E il Primo Maggio sia una vera giornata di festa, ma anche di protesta, per rispondere al Governo e a Confindustria sul mancato rinnovo dei contratti, per ridare dignità a lavoratrici e lavoratori, e per dire basta alle morti sul lavoro".

Carla Ladetto – Renato Nuccio – Massimo Costantini

Carla Ladetto – Renato Nuccio – Massimo Costantini

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