Lo sguardo corre sul profilo delle nostre montagne.
Come una corona impreziosiscono il Biellese e ci sono care come i compagni delle scorribande giovanili o come i consigli saggi degli anziani.
La loro presenza è rassicurante.
Dalla tradizione abbiamo imparato a leggerne i messaggi, dallo scorrere degli anni a vederle cambiare in conseguenza delle azioni dell’Uomo e della Natura.
Il legame che si è creato è importante non solo per chi le vive da generazioni, ma diventa affettivo anche per chi le frequenta saltuariamente e le vede con occhi diversi, forse a volte più curiosi.
Qualunque sia il nostro pensiero nei loro confronti e gli aggettivi che potremmo usare per descriverle, credo che potremmo riconoscerne anche il potere curativo.
La qualità dell’aria, dell’acqua, la presenza di flora e fauna ben presenti e spesso protette, gli effetti positivi delle passeggiate, sono benèfici per nostra salute fisica, ma anche mentale ed emozionale.
L’azione terapeutica si espande al nostro interno.
Anche quando non possiamo raggiungerle a causa degli impegni o della salute, la loro presenza ci conforta e ci guida. Molte volte è là che vorremmo andare. Diventano un nostro riferimento. Teniamo gli occhi puntati sui loro contorni, ripensiamo ai loro santuari, ne ricordiamo i colori che sfumano in nuove stagioni.
Uno stimolo che ci orienta.
Queste immagini dei nostri luoghi del cuore sono un piccolo contributo a quelle che sentiamo come “nostre Montagne”, fatte di ambiente, storia, rispetto, fatica, vicinanza, lavoro, bellezza e medicamento per l’anima.