In un periodo storico in cui non esistevano ancora i social o i moderni mezzi di comunicazione, le persone si conoscevano in maniera molto spontanea e diretta: bastava condividere un’esperienza e nasceva facilmente un’amicizia inestricabile e duratura. Era quello che succedeva, ad esempio, a Miagliano, in Valle Cervo, nella seconda metà dell’Ottocento. Uno dei maggiori punti di ritrovo era il Cotonificio Fratelli Poma fu Pietro, edificato nel 1871, ora non più attivo.
Nei dintorni, era presente un villaggio operaio, costruito nel 1870, di cui rimangono vivi i segni ed è visibile e tangibile tuttora. Ospitava le famiglie dei lavoratori e concedeva la possibilità di stringere nuove amicizie tra operai. Svolgevano un ruolo cruciale i lavatoi, di cui ci ha raccontato la storia il vicesindaco Mauro Vinetti.“Ne abbiamo attualmente tre, di cui uno in prossimità della Roggia. Quest’ultimo è una sezione, che permette di lavare indumenti e panni ed è stato creato al termine del canale Roggia, prima che l’acqua sfoci nella centrale idroelettrica. E’ una caratteristica singolare, perché l’acqua torna ad essere polifunzionale: da un lato serve e serviva per alimentare le centrali idroelettriche, che a loro volta alimentavano i telai nel cotonificio e nel lanificio.
Allo stesso tempo, c’era una fila di donne, che potevano andare a lavare i panni a Miagliano, lungo il canale e ci sono anche delle foto bellissime che lo testimoniano. Ad oggi, la Roggia è attiva e alimenta la centrale idroelettrica, producendo energia. Anche il lavatoio esiste ancora e dà la possibilità di sciacquare i propri panni”.Un modo, insomma, per ritornare indietro nel tempo, se ci si reca in quel preciso punto d’interesse.L’altro lavatoio, costruito nel 1911 e risalente al periodo di sviluppo industriale di Miagliano e di costruzione del villaggio operaio, è attivo ancora oggi, poiché l’acqua deriva da un torrente, il Rio delle Masche. A quel tempo, era stata realizzata una deviazione: precisamente un piccolo canaletto in pietra, che passa nel bosco e sottoterra per poi buscare in una cascata e rientrare in una tubazione, che alimenta l’acqua e il lavatoio.
Il lavatoio è tutto in pietra e inizialmente era aperto su un fianco, poi è stato chiuso. Rimane un punto d’interesse ed è ancora utilizzato da alcune residenti, affezionate alla possibilità di lavare i panni nell’acqua del torrente, pulita, limpida e fresca. “C’è anche l'antico lavatoio delle Masche, in prossimità del cimitero e del rio che prende il suo nome (torrente che confluisce nel Cervo ndr ) - prosegue Vinetti - E’ coperto da una tettoia in pietra e presente una peculiarità: le vasche sono a rasoterra, come delle piscine, alimentate da una sorgente sotterranea, che consente la disponibilità di acqua. Ancora oggi è utilizzato”.
Vedere questi luoghi dal vivo crea un impatto maggiore: sono evidenti le differenze tra il passato e il presente ma i legami creati nel tempo, quelli non si spezzeranno mai. E Miagliano racconta ancora queste storie.