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ATTUALITÀ | 31 maggio 2024, 17:27

Brich di Zumaglia, Circolo Tavo Burat in difesa degli Amici del Brich

L'intervento dell'associazione in merito alla querela presentata dai gestori

Brich di Zumaglia, Circolo Tavo Burat in difesa degli Amici del Brich

Brich di Zumaglia, Circolo Tavo Burat in difesa degli Amici del Brich

Riceviamo e pubblichiamo:

"Egr. Direttore, ho appreso dai giornali locali che Giulia Borio, presidente di Manifacture60, associazione di volontariato che ha ottenuto la concessione per la gestione del Brich di Zumaglia, ha presentato una querela per diffamazione nei confronti del Sindaco di Zumaglia e di altre 4 persone.

Moltissime querele in Italia rientrano in quella fattispecie definita “Querela temeraria”, ovvero la querela sporta senza che vi fossero i necessari presupposti. Le querele temerarie sono in genere rivolte nei confronti del giornalismo di inchiesta o nei confronti delle associazioni che criticano certe opere o certe scelte politico-amministrative.

Lo scopo primario della querela temeraria, associata ad esorbitanti richieste di danni di immagine, è quello di intimidire, creare deterrenza, limitare la critica, le indagini. Io stesso, nell’ambito delle attività di ambientalista, ho dovuto affrontare in più circostanze richieste di risarcimento danni il cui vero scopo era la tacitazione della critica.

La querela presentata da Giulia Borio, che in qualità di presidente di Manifacture60 è oggetto di critiche per l’osservanza della convenzione in essere con la UMVC per la gestione del Brich, sembra essere stata avanzata in questa direzione.

Dalla lettura dei giornali non pare che la sig.ra Giulia Borio abbia circostanziato in querela fatti concreti, documentato dettagliatamente le offese, le insinuazioni o le falsità attribuite ai querelati atte a ledere l’immagine della persona. Mancherebbero dunque i presupposti tecnici per un suo accoglimento.

Tra le doglianze lamentate figurerebbe anche la ritenuta violazione del copyright: secondo la querelante, giacché esiste una registrata associazione “Amici del Brich” nessun altro soggetto potrebbe utilizzare tale locuzione, nemmeno un numerosa e informale comunità di cittadini che tra loro si dichiarano e si riconoscono semplicemente come amici del Brich.

L’argomento è un po’ debole. In Italia non sono vietate le comunità informali e non tutte le associazioni sono “associazioni riconosciute”. Nella loro comunicazione gli “amici” hanno sempre specificato che non sono un “soggetto associativo” ma una “community”; ed anche nel logo adottato la dicitura è “Amici del Brich – Bene Comune” e non semplicemente “Amici del Brich”. Nessuna volontà e possibilità di confondere i due soggetti.

La sig.ra Giulia Borio - a mio modesto parere - avrebbe potuto replicare in questi mesi alle critiche di inattività1 rivoltele in qualità di Presidente di Manifacture60 dalla community degli “Amici del Brich bene Comune” con fatti concreti, con interventi manutentivi per riportare a condizione decorosa la Riserva Naturale. Purtroppo non si è visto nulla di significativo.

Io credo, fosse ancora tra noi Ermanno Borio, compagno di avventura e di battaglie ambientaliste nella Federazione dei Verdi, che il suo primo consiglio sarebbe, da buon padre: Giulia lascia stare, ritira questa ridicola querela, non fare e non farti del male".

 

Il Presidente Pro Tempore Circolo Biellese “Tavo Burat” ODV

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