Lo denunciano da anni Striscia la Notizia con l’inchiesta “Candidopoli” e UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani).
Si tratta del fenomeno delle liste che si presentano alle elezioni amministrative nei comuni con meno di 1000 abitanti, dove non è previsto un numero minimo di firme per presentare la lista. Liste formate da candidati, sindaci e consiglieri comunali, completamente slegati dal territorio.
Secondo UNCEM proprio l’introduzione del numero minimo di firme costituirebbe un deterrente a questo fenomeno antidemocratico e irrispettoso nei confronti della cittadinanza di questi comuni.
“Si tratta di candidati – dice UNCEM – che lo fanno per tornaconti personali come quello di ottenere permessi per impegni amministrativi. Questa è una questione di democrazia che il Ministero dell’Interno deve affrontare. Anche i prefetti stiano con noi nel chiedere la salvaguardia di questi comuni".
L’inchiesta di Striscia, con il pugliese Pinuccio, ha confermato quanto afferma UNCEM. Pinuccio scoprì candidati pugliesi in Veneto, spesso inconsapevoli della propria candidatura, la quale era stata autenticata da un consigliere comunale della stessa lista eletto in un comune della provincia di Rieti. In un altro caso si trattava di un sindacalista della polizia penitenziaria che si candidava per ottenere un permesso elettorale.
Il danno alla democrazia è presto detto. Questi candidati farlocchi spesso si dimettono subito dopo essere stati eletti, con i comuni che si ritrovano senza minoranza, e con il rischio di non avere il numero legale per importanti decisioni.
E nel Biellese alle elezioni amministrative 2024? In alcuni comuni al voto si presenta la lista Bene Comune, con candidati sindaci membri dell’esercito, e non residenti in questi comuni.
Premesso che per i militari candidati alle elezioni è prevista una licenza straordinaria, abbiamo anche noi le nostre liste farlocche?