Riparte il Giro 2023. 6 giorni di corsa, tre tappe di salita, due per velocisti e una cronometro.
Insomma, in teoria dovrebbe accendersi la Corsa Rosa. Staremo a vedere.
Visto il giorno di riposo oggi spazio a una chiacchierata con Mirko Celestino, ex ciclista professionista, vincitore del Giro di Lombardia 1999, del Trofeo di Laigueglia nel 2001 e di due Milano-Torino nel 2001 e 2003. Attualmente è commissario tecnico della nazionale italiana di Mtb Xc e Marathon.
Nel 2021 aveva convocato in Nazionale per i Mondiali Marathon il nostro commentatore tecnico Marco Rebagliati.
Come ha visto queste prime due settimane di Giro?
"La sfortuna più grossa è stata aver trovato qusto brutto tempo e per questo ha tenuto più tranquilli i big della classifica, perchè si aspettava che arrivasse un miglioramento. Due settimane sotto l'acqua fanno passare la voglia, per non parlare delle critiche sul Covid, le cadute. Ora si aspetta l'ultima settimana per vedere lo spettacolo".
Chi è il favorito numero uno per la vittoria finale?
"L'abbandono di Remco Evenepoel è stata una delusione sotto il punto di vista dello spettacolo, perchè con Roglic, che resta il favorito, si sarebbero contesi la maglia fino alla fine. Ora iniziano le tappe quelle dure e devono uscire allo scoperto, non devono attendere troppo. Domenica a Bergamo mi sembrava di rivedere il mio arrivo, al Giro di Lombardia 99 avevo infatto vinto proprio così. Come dinamica di gara i miei avversari erano davanti, io sono arrivato da dietro e li ho anticipati. È stata una bella tappa, il pubblico è stato magnifico e anche lì i big hanno deluso perchè ci si aspettava qualcosa sulla Roncola".
A parte Jonathan Milan e Marco Frigo che stanno emergendo in questo Giro, sembra esserci un vuoto generazionale nel ciclismo italiano che non riesce a partorire anche corridori di classifica.
"Da un po' di anni stiamo facendo fatica ad emergere con i giovani, c'è un attimo di vuoto. Caruso si difende ma ha 35 anni, alla grande sta andando Milan. Però manca un corridore sia nelle classiche che nelle gare a tappe. In Nazionale ad esempio stiamo curando un gruppo di ragazzi junior in modo da farli crescere, così da farli arrivare al salto superiore per avere più pedine pronte. Una volta il vivaio italiano era il più ben fornito e ce lo invidiavano tutti. Ora squadre italiane ce ne sono veramente poche. La Eolo-Kometa? Sta lavorando bene, ci vuole pazienza, è un lavoro lungo, si fa fatica a correre in bici e ad attirare ragazzi govani in sport di fatica. Cercano tutti di scappare".
Il mondo della Mtb sta prendendo sempre più piede così come quello del ciclocross e non è raro vedere campioni in quel settore primeggiare anche nel ciclismo su strada. Su tutti Mathieu van der Poel, Wout Van Aert e Thomas Pidcock.
"Noi non ci lamentiamo, in tanti partono e abbracciano questa specialità. Ci sono parecchi biker, i piu forti che riescono poi a primeggiare sia in un campo che nell'altro. Non escludo che in futuro possano essercene altri di livello come i tre fenomeni che hai citato".
IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati:
Tappa 16, si entra nell'ultima e decisiva settimana con un bel tappone.
Altri 203 km e ben 5200 metri di dislivello divisi tra il passo di Santa Barbara, passo Bordala, Matassone, Serrada e l'arrivo ai 1632 metri di Monte Bondone. Un tappone di montagna che arriva subito dopo al giorno di riposo, e si sa che le tappe dopo il giorno di riposo per alcuni corridori possono nascondere delle insidie.
Ci sarà un bel inizio veloce per entrare nella fuga perché per come è andato fino ad ora il Giro potrebbe arrivare all'arrivo. Staremo a vedere se gli uomini di classifica si muoveranno già oggi o aspetteranno il durissimo trittico di giovedì, venerdì e sabato.