Venerdì, alle 22.30, al Teatro Italia di Lessona, il sipario si è chiuso sulla prima dello spettacolo – saggio del gruppo teatrale del Liceo di Cossato, I Copioni. Sorridente il pubblico, sorridenti gli attori, sorridente il regista, sorridente tutto lo staff. Oltre quaranta, tra attori, musicisti e cantanti, gli studenti in scena, ma poi c’è il gruppo che si è occupato delle scenografie, quello che ha curato la grafica, chi fa foto e chi dà una mano per i costumi oltre, ad un nutrito gruppo di insegnanti che, dietro le quinte, hanno collaborato con il regista, Giuseppe Marrone.
Nessun dubbio che sia andata benissimo. Un po’ più difficile identificare cosa sia stato determinante. Il talento? Certo ha sorpreso la bravura con cui tutti hanno calcato la scena e per alcuni la prestazione è stata da applausi a scena aperta. La competenza? Sicuramente la scelta dei testi di Shakespeare è stata intelligente, come indovinati sono state alcuni passaggi in lingua straniera. La creatività? Shakespeare ieri sera è stato rispettato, ma anche reinterpretato, ringiovanito. L’impegno? Quanti pomeriggi passati a scuola per arrivare a questo? Il conto delle ore è impossibile.
La capacità di fare gruppo? Alla fine, si aveva la sensazione di aver assistito ad uno spettacolare esempio di lavoro di squadra, quindi non c’è dubbio che contasse anche questo. Non c’è una sola spiegazione e magari sotto sotto c’è qualche trucco segreto, qualche alchimia. Però qualcosa si intuisce già al primo incontro, quello del casting, a cui quest’anno si sono presentati quasi in cento. Il casting non si fa in fretta, a tutti viene dedicato del tempo e ciascuno viene ascoltato, perché lo scopo non è scegliere chi è bravo e chi no, ma a riconoscere cosa ciascuno può fare, come può essere valorizzato. Poi il resto del tempo si lavora per fare in modo che la possibilità diventi realtà. E, spesso, la realtà che hanno dentro i giovani, contiene anche una sorprendente possibilità di creare bellezza.