A gennaio 2023, il 72,7% delle aziende attive nell'edilizia in Piemonte ha espresso soddisfazione sul proprio andamento complessivo, percentuale in netta crescita rispetto all'ottobre del 2022, mentre il 90% di esse ha ritenuto adeguato il proprio portafoglio ordini: è questo uno dei dati più significativi forniti dal rapporto dell'Osservatorio SAIE. Il documento, presentato durante il convegno SAIE Lab sulle gallerie, è stato elaborato a fronte di 1.500 interviste a piccole e medie imprese riconducibili al settore. Un risultato su cui incide ovviamente l'effetto del Superbonus, anche se oggi questo strumento viene percepito come "sotto attacco", dagli addetti ai lavori.
Fiducia nel futuro e nel mercato
A sottolineare ulteriormente questo trend incoraggiante è anche il livello di fiducia sulle prospettive future e sulla situazione del mercato di riferimento, giudicate positivamente dal 60% del campione. Situazione inversa, anche se in miglioramento, per quanto riguarda lo scenario politico attuale, dove il livello di fiducia si assesta al 33%. Tra le misure ritenute più adeguate alla crescita del settore, invece, gli intervistati privilegiano l'abbassamento del cuneo fiscale (56%), gli incentivi (50%) e la semplificazione della burocrazia (34%).
Occupazione e sostenibilità in crescita
Altre indicazioni interessanti sono arrivate dall'occupazione: la valutazione del livello di competenze presenti al livello delle aziende, infatti, a gennaio 2023 ha toccato addirittura quota 89,7% (rispetto al 60,8 dell'ottobre 2022), con stipendi stabili se non in aumento, l'assunzione di nuove risorse e investimenti in formazione e nuove tecnologie. Contemporaneamente, sono anche cresciute quasi tutte le iniziative intraprese verso la sostenibilità: tra le più frequenti, l'uso di dispositivi a basso consumo energetico (da 62 a 71%), di impianti di produzione d'energia da fonti rinnovabili (da 32 a 55%) e isolamento termico con edifici a basso consumo (da 41 a 45%).
Una nota stonata: la capacità produttiva
L'unica “nota stonata” riguarda la capacità produttiva, visto che il 95% delle aziende intervistate ha dovuto rinunciare ad almeno un lavoro a causa della sua mancanza: rispetto al gennaio del 2022, inoltre, è aumentato il numero di aziende che ha dichiarato di non fare nulla per migliorare una situazione ritenuta temporanea (dal 23 al 45%).