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Benessere e Salute | 22 marzo 2023, 10:39

Sicurezza dipendenti: quale ruolo giocano i dpi per l'udito?

Il sistema uditivo è alla base della comunicazione perché è ciò che permette di ricevere i messaggi emessi verbalmente e di poter rispondere adeguatamente. Dà l’opportunità di sentire tutti i suoni che ci circondano, di poterli memorizzare per renderli poi riconoscibili nel tempo.

È, però, un apparato estremamente delicato perché molte delle cellule che lo compongono non si rigenerano e per tale motivo, qualora dovessero danneggiarsi, sarebbe impossibile ripristinarle.

Questo rischio aumenta nei luoghi di lavoro dove sono presenti macchinari e attrezzature che emettono suoni costanti o con elevati decibel, i cosiddetti rumori, ossia un fenomeno caratterizzato da una vibrazione che produce un’onda sonora descritta da un’ampiezza e da una frequenza classificabili come fastidiosi e pericolosi per il sistema uditivo. Nei casi più gravi si possono verificare ipoacusie, ossia una perdita progressiva dell’udito che può portare alla sordità.

L’aspetto più critico è che, non provocando alcun dolore, questa degenerazione spesso non viene percepita subito e, dunque, non viene trattata adeguatamente. Per tale ragione è inarrestabile e nel momento in cui se ne prende consapevolezza diventa difficile intervenire in modo efficace.

A tal proposito, per prevenire l'insorgenza di questi disturbi quando si lavora in un luogo a rischio, è opportuno servirsi dei dispositivi di protezione individuale per l'udito, strumenti progettati appositamente per tutelare la salute dei lavoratori in caso di situazioni che possono metterla in pericolo. 

Cosa fare per tutelare il sistema uditivo dei lavoratori

È interesse del datore di lavoro, innanzitutto, far eseguire una valutazione del rischio rumore da inserire nella più generale Dichiarazione di Valutazione dei Rischi (DVR), così da poter attivare le misure di prevenzione all’interno dell’azienda.

Vanno presi in considerazioni tutti i fattori più rischiosi, i limiti massimi di esposizione, la strumentazione con i suoni maggiori, la presenza di personale particolarmente sensibile al problema, nonché la possibilità di riuscire a sentire eventuali allarmi di sicurezza nonostante l’attività dei macchinari.

Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale dell’udito, i cosiddetti otoprotettori, dovranno essere comodi e versatili e adatti per essere usati per lunghi periodi o insieme ad altri dpi senza costituire un ostacolo per il dipendente.

In ogni caso, è bene valutare periodicamente il rumore a cui i lavoratori sono esposti, registrando eventuali variazioni, e l’efficienza dei dpi per l’udito: questo perché, qualora ce ne fosse bisogno, il sistema di protezione dovrà essere ulteriormente potenziato.

Come scegliere il giusto otoprotettore

Ovviamente, la scelta della tipologia di dispositivo di protezione dipende da fattori come la mansione svolta e l’ambiente.

Nel dettaglio, è possibile dotare i dipendenti di inserti auricolari riutilizzabili o monouso spesso noti come tappi, che possono essere modellati e realizzati in silicone o resina acrilica, preformati, oppure possono essere tappi con archetto, cioè uniti da una fascia di plastica rigida fatta ad arco che li mantiene stabili.

In alternativa, la scelta può ricadere sulle cuffie antirumore, che si pongono al di fuori del canale uditivo, restano ferme grazie a un arco e possono essere attive, passive o intercomunicanti con altri sistemi elettronici.

Altri aspetti da considerare quando si selezionano i dispositivi di protezione dell’udito sono l’umidità e la temperatura presenti sul posto di lavoro, l’eventuale presenza di ambienti polverosi, la necessità di riconoscere durante il lavoro suoni specifici e il tempo di esposizione al rumore nonché l’eventuale interferenza data dall’uso contemporaneo di altri DPI per la protezione di testa, viso o vista.

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