L’Associazione Biellese Cercatori d’Oro ha recentemente attirato l’attenzione di Rai 3 nel programma “Caro Marziano” condotto da Pif.
Come in ogni puntata, il presentatore è andato alla ricerca di attività umane particolari ed è arrivato proprio in provincia di Biella, per parlare con Arturo Ramella e altri soci della ricerca dell’oro nel torrente Elvo e nella Valle dell’Orso.
Non si tratta, almeno in Italia, di un lavoro redditizio, ma di un hobby che ha portato tanti altri appassionati alla riscoperta del territorio biellese in cerca del metallo prezioso. Proprio l’unione di questi hobbisti è culminata, nel 1987, nella nascita dell’Associazione Biellese Cercatori d’Oro, che oggi conta 60 soci ed è portavoce per la ricerca dell’oro a livello internazionale.
Il sogno di ogni cercatore è quello di trovare una pepita, ma le caratteristiche geomorfologiche del territorio biellese fanno sì che sia pressoché impossibile. Il percorso che affronta l’oro, dal giacimento originario nel massiccio del Monte Rosa fino a quello della Bessa, è di circa 70 km, e non è quindi difficile immaginare l’erosione a cui sono sottoposte le pepite prima del loro arrivo a valle. L’esperienza dell’Associazione dimostra, invece, che sul territorio Biellese si possono trovare principalmente polveri o particelle molto piccole, sminuzzate dal corso dei fiumi.
“Partecipando al programma - racconta Arturo - abbiamo sfatato il mito dei grandi ritrovamenti nel territorio che si è diffuso negli ultimi tempi, specialmente sui social”. Ma dove si trovano le pagliuzze? Nelle parti più sabbiose del letto o delle sponde del torrente, che vengono setacciate con l’aiuto della batea e analizzate dagli occhi esperti dei ricercatori, capaci di individuare anche i frammenti più piccoli. “Dietro c’è tanta fatica e studio - afferma Arturo - Non basta andare lì e fare un buco”, per trovare i frammenti è infatti necessario conoscere l’andamento del fiume e tutte le caratteristiche del terreno circostante.
I ritrovamenti dell’Associazione sono conservati nel Museo dell’Oro della Bessa, dove è anche possibile conoscere la storia dei giacimenti auriferi biellesi, tra i più importanti in Italia.