Nemmeno il tempo di finire le polemiche per Boogyman a Oropa che scatta e divampa un altro argomento di discussione all’ombra del Mucrone. Questa volta prende i connotati delle big bench (le grandi panchine) che, sul nostro territorio, si possono ammirare a Viverone e a Muzzano, mentre a decine sono presenti nelle altre province piemontesi soprattutto nel Cuneese, Alessandrino e Astigiano.
Sono considerate un’attrazione turistica ma, nell’ottica di chi le ha pensate, anche un momento di riflessione per gustare un paesaggio, quello piemontese, che presenta mille sfaccettature decisamente godibili, un paradiso legato al mondo dell’outdoor tra colline, vigneti e immagini da cartolina. La polemica è stata scatenata attraverso un video su You Tube pubblicato da Claudio Callegari (nickname Angelo Alberta, una chiara presa in giro di un ben più famoso divulgatore) sostenuta da Fabrizio Botelli e dall’Orto Botanico di Oropa che compare in calce al video con i credit. La presa di posizione è contro una sorta di mercimonio della natura contaminata da questi manufatti che, secondo gli autori del video, non aggiungono nulla alla bellezza del territorio, ma, anzi, ne deturpano il paesaggio brandendo la spada del turismo mordi e fuggi.
Non c’è che dire una levata di scudi effettuata da chi considera i monti o il paesaggio un’oasi incontaminata, rispetto invece a chi la vorrebbe fruibile da tutti. Avendo in passato intervistato Chris Bangle, il manager americano del design che ha stabilito il suo buen retiro nelle Langhe a Clavesana, ed è il padre di queste panchine sono andato a rivedermi quell’intervista per carpirne le motivazioni. Queste erano molto semplici, Bangle cercava un posto, un luogo in cui rilassarsi e ha trovato spazio a Clavesana dove, oltre al buon vino (dolcetto su tutti, provare per credere) vi era un panorama spettacolare sulle vigne. Da lì l’idea di un luogo in cui il viandante, avrebbe potuto rilassarsi e ammirare, anche per pochi minuti, quello spettacolo che lo aveva affascinato.
Il progetto poi è diventato virale, come abbiamo visto, nel nostro Piemonte e le panchine formato maxi hanno contagiato decine di luoghi, diventando indubbiamente un fenomeno di natura turistica, checché se ne dica. Deturpano il territorio? Non credo. Tolgono la sacralità della natura incontaminata? Probabile. Ma in un territorio come quello biellese in cui il turismo è la maglia nera, per numeri ovviamente, di quello piemontese, non farei troppo il difficile in fin dei conti se un infrastruttura aiuta (fosse anche una sedia formato mignon) ben venga; nel caso un piatto di polenta e cervo non lo si nega a nessuno.