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ECONOMIA | 18 maggio 2022, 09:01

Legambiente: "Nell'economia circolare non c'è spazio per i termovalorizzatori"

Economia circolare

Economia circolare

La recente visita della Va Commissione del Consiglio Regionale al Polo tecnologico di Cavaglià è stata accompagnata da comunicazioni, anche istituzionali, disinformate e fuorvianti in tema di economia circolare di fatto includendo - ma impropriamente - anche la termovalorizzazione dei rifiuti e la Waste To-Energy. Come è noto ai più l’economia circolare prevede una precisa gerarchia di azioni per quanto concerne i rifiuti: in primis Ridurre, Riutilizzare e Riciclare; seguono Recuperare e Smaltire. Nel contesto del Recupero la gerarchia prevede che vada perseguito il Recupero di materia e, solo in subordine, quello energetico giacché tale recupero confligge con altri obiettivi, la tutela dell’aria, dei suoli, delle acque e la salute umana.

Il ricorso al recupero energetico, in un corretto contesto di economia circolare, dovrebbe dunque diminuire se le prime azioni, le 4 R (ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare materia), sono state ben condotte. Paradossalmente in Italia, pur a fronte di un calo nella produzione dei rifiuti (-10% nel periodo 2010-2020) e una raccolta differenziata in crescita, che si avvia a raggiungere risultati di legge, si registra in questi anni un aumento della quota di rifiuti inviati all’incenerimento (dal 16% al 18.5 %). Le grandi società del settore, quelle che fanno i soldi sui rifiuti , vorrebbero sia promossa la WasteTo-Energy (WTE) e, in tal caso, la quota di rifiuti avviata alla termovalorizzazione salirebbe dal 18% al 35% contando anche sul divieto al conferimento in discarica fissato al tetto del 10% per i prossimi anni.

L’Unione Europea è però di diverso avviso. Con la Direttiva UE 2018/851, recepita in Italia con il D.Lgs. n.116/2020 all’Allegato IV bis, sono stati definiti una serie di strumenti economici e di altre misure volte a sostenere la gerarchia dei rifiuti. In particolare sono state definite:

 Tasse e restrizioni per il collocamento in discarica e l’incenerimento dei rifiuti (misure che rendano ovvero preferibile la prevenzione, il riciclaggio e il recupero).  Incentivi economici per le autorità locali e regionali, volti in particolare a promuovere la prevenzione dei rifiuti e intensificare i regimi di raccolta differenziata, evitando nel contempo di sostenere il collocamento in discarica e l’incenerimento.

Anche il Regolamento sulla Tassonomia Verde della UE va nella stessa direzione:
 le attività economiche possono dare un contributo alla economica circolare “riducendo al minimo l’incenerimento dei rifiuti”, conformemente ai principi della gerarchia dei rifiuti (art. 13 comma 1);
 le attività economiche arrecano un danno significativo all’economia circolare se l’attività comporta “un aumento significativo della produzione, dell’incenerimento o dello smaltimento dei rifiuti, ad eccezione dell’incenerimento di rifiuti pericolosi non riciclabili” (art. 17 comma 1).

Il WasteTo-Energy non rientra dunque tra le pratiche dell’economia circolare, non deve essere incentivato. Solo marginalmente alcuni impianti di termovalorizzazione potrebbero accedere a finanziamenti della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) se:
 non confliggono con la gerarchia dei rifiuti o se trattano rifiuti pericolosi non riciclabili
 non determinano sovraccapacità impiantistica.
 rispettano il più stringente criterio di emissione di 250 grammi di CO2 per Kwh di energia prodotto.

Sul tema della sovraccapacità impiantistica è la stessa associazione di categoria delle imprese (UTILITALIA) a sottolineare tale situazione per il Nord Italia ove si fa fronte, per ben 2 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, al deficit impiantistico del Centro e Sud Italia, con un incremento delle emissioni dato dal trasporto di rifiuti. Accrescere la capacità impiantistica con termovalorizzatori al Nord Italia, ed in particolare nel bacino padano, è dunque un errore gravissimo, non farebbe che acuire i problemi esistenti inficiando l’obiettivo di riduzione delle emissioni. Evitare la sovraccapacità impiantistica è estremamente importante giacché questi impianti hanno una vita media di 30 anni.

Quanto proposto a Cavaglia porta:
 ad una sovraccapacità impiantistica regionale (il Gerbido, accompagnato da buone prassi di Differenziazione, Riduzione, Riuso e Recupero materia è in grado di fare fronte alle esigenze piemontesi per i RSU e i Rifiuti Speciali derivanti da TBM)  è proposto in un’area ove è già stata valutata la necessità di riqualificazione ambientale
 è finalizzato alla attrattività (conferimento di rifiuti da fuori regione)
 non porta alla riduzione di altre emissioni poiché il recupero energetico è solo elettrico e non “termico sostitutivo”.
 aggrava il bilancio emissivo locale, padano e globale
 presenta emissioni di CO ben più elevate dei 250 grammi per kWh/prodotto indicate come best practice dall’UE (in sede di VIA sono stato richiesti chiarimenti al Proponente su tale rapporto, con i dati disponibili stimabile in circa 450 mg di CO2 per kWh prodotto).

Legambiente Circolo Biellese Tavo Burat invita dunque i pubblici amministratori in carica presso la Regione Piemonte, la Provincia di Biella e i Comuni Biellesi (e nei relativi Consorzi ed enti strumentali) a ben considerare e correttamente attuare l’economica circolare. Non si realizza questa particolare economia bruciando i rifiuti e con le concentrazioni impiantistiche in aree da riqualificare. Chi parla di economia circolare per giustificare un termovalorizzatore a Cavaglià non solo confonde strumentalmente le carte in tavola ma opera a danno degli interessi territoriali di lungo periodo.

Legambiente chiede inoltre che si metta fine a quella abituale contrapposizione partitica - molto provinciale - di attribuire le colpe di certi eventi alle amministrazioni da altri governate, senza mai indicare ai cittadini il proprio impegno, quanto concretamente è stato fatto per impedire che tale assurdo progetto trovi autorizzazione. 

c.s. Legambiente Circolo Biellese "Tavo Burat" - cc

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