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Benessere e Salute | 12 gennaio 2022, 09:00

Omicron dilaga, Di Perri: “Mai visto un virus così, fa quel che vuole: il picco potrebbe arrivare prima”

Il responsabile delle Malattie infettive dell’Amedeo di Savoia: “Non siamo riusciti ad arginare quest’ondata che sta facendo quello che vuole: entro fine marzo il nuovo vaccino aggiornato su Omicron”.

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Omicron dilaga, Di Perri: “Mai visto un virus così, fa quel che vuole: il picco potrebbe arrivare prima”

“Non siamo riusciti ad arginare quest’ondata, che sta facendo quello che vuole perché è in grado di superare quelle barriere comportamentali, fisiche e immunitarie che avevamo eretto”. Non usa mezzi termini il professor Giovanni Di Perri, responsabile delle Malattie Infettive dell’Amedeo di Savoia, per commentare il dilagare della variante Omicron.

Il virus che sta facendo aumentare in maniera vertiginosa i contagi in Piemonte, in Italia e in tutta Europa, sembra circolare in maniera incontrastata e questo, paradossalmente, potrebbe favorire il raggiungimento veloce del picco e una conseguente discesa rapida della curva: “E’ difficile prevedere un picco ma ritengo che, sulla base di quanto visto in Inghilterra, potrebbe arrivare prima”.

Giorno dopo giorno, Omicron sta spodestando la variante Delta, quantomeno per quanto riguarda i contagi. I dati raccolti fino a oggi in Piemonte descrivono un virus più contagioso ma meno aggressivo dal punto di vista della malattia: “L’impressione che ci siamo fatti, dal punto di vista clinico, è che questa variante sia in grado di causare sintomi nelle alte vie respiratorie: mal di gola, raffreddore, naso che cola, febbre, dolori muscolari. Non era tipico del Covid precedente. Molto più raramente, per le osservazioni svolte fino ad adesso, sembra andare a colpire il polmone” ha spiegato Di Perri.

Se questa può essere inizialmente recepita come una buona notizia, l’aumento vertiginoso dei contagi potrebbe comunque incidere sugli ospedali piemontesi:  “E’ chiaro che nonostante questo virus sia meno capace di generare malattia, se i numeri sono così alti in ospedale qualcuno arriva. In questo momento c’è un numero di infezioni nuove che non ha precedenti in questa pandemia”.

“Stiamo rioccupando di nuovo sedi destinate ad altro, come quelle per la prevenzione e lo screening dei tumori. E’ un momento di difficoltà” ha ammesso il professore.

Di certo, la variante Omicron sembra riuscire ad andare oltre le barriere poste fino ad ora come il distanziamento sociale, le protezioni individuali e il vaccino. “E’ una variante che sente meno la vaccinazione, ci vogliono tre dosi per avere una protezione concreta”.

“Sono cambiate pesantemente le regole del gioco: questa variante è molto più trasmissibile delle altre e non mi sembrava biologicamente possibile ci potesse essere una variante più trasmissibile della Delta, che già lo era dell’Alfa, che lo era rispetto alla precedente che fu la protagonista delle prime due ondate” ha raccontato Di Perri. “I numeri sono enormi, il contagio va molto veloce perché evidentemente riesce a passare quelle barriere comportamentali che avevamo eretto e che non bastano più” ha ribadito il virologo.

Paradossalmente però, l’alto numero dei contagi unito a una campagna vaccinale che procede spedita, potrebbe favorire il raggiungimento della tanto agognata immunità di gregge. A confermarlo è lo stesso Di Perri: “Ovviamente un soggetto che si infetta e guarisce si è immunizzato spontaneamente. Questo tipo di immunità è fin migliore rispetto a quella da vaccino. Se questo può avvenire con danni limitati, in funzione del fatto che Omicron sembra meno in grado di produrre malattia, ben venga”.

Chi sembra essere qualche settimana in avanti rispetto a noi sono gli inglesi, che convivono con Omicron da prima di Natale. Da alcuni giorni i contagi, ricoveri e decessi sono in calo. "Loro l’hanno avuta prima di noi e l’hanno fatta circolare di più. Verosimilmente hanno raggiunto il picco prima di noi e se di picco si trattasse ne sarei lieto: vorrebbe dire che anche da noi fra poco inizierà la discesa”.

Di Perri si è però mostrato cauto circa la possibilità di adottare nel nostro paese il modello inglese: “Si presta a critiche perché comunque hanno avuto più decessi di noi e hanno una popolazione mediamente più giovane”. Un aiuto importante potrebbe arrivare da un nuovo vaccino, tarato sulla variante Omicron e in grado di contrastarla meglio rispetto a quelli attualmente in commercio: “Si è pronunciato il Ceo della Pfizer e pare che per la fine di marzo possa esserci un nuovo vaccino, aggiornato sulla Omicron. Non mi è chiaro se sarà un prodotto nuovo da produrre o già pronto da distribuire”, ha concluso Di Perri. 

Dal corrispondente di Torino - g. c.

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