"E' paradossale, non riesco a capire, siamo in questa situazione perché sono coscienziosa, non avessi rispetto per gli altri vivrei tranquillamente, ma non ne sono capace e siamo chiusi in casa in attesa di una telefonata dall'Asl che non arriva mai". E' lo sfogo di una mamma di Biella, che da domenica vive in quarantena volontaria con figlio e marito perché il figlio è risultato positivo al test in farmacia, ma le procedure ufficiali non sono scattate in attesa del molecolare.
"Ho portato mio figlio a fare il test in farmacia perché doveva uscire con amici - racconta la donna - e dopo poco mi hanno telefonato per dirmi che era positivo. Una doccia fredda che lo è diventata ancora di più quando il farmacista mi ha detto che poteva trattarsi di un falso positivo, che avevano provveduto loro ad avvisare l'Asl, che mi avrebbe contattata a breve per fargli fare il molecolare e di vivere tranquillamente che non dovevo stare a casa, ma io non me la sento".
La preoccupazione della mamma è in caso di test rapido corretto di contagiare qualcuno. "Nessuno di noi 3 ha sintomi, ma ci siamo chiusi in casa, mi sembra giusto così. Solo che da domenica nessuno mi ha ancora detto nulla e il risultato è che mio figlio gioca a calcio dove non ho potuto avvisare nessuno e nemmeno a scuola. Tra l'altro fa terza media e non fa nemmeno la Dad perché ha diritto solo chi ha il Covid e lui non sappiamo se è davvero così".