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AL DIRETTORE | 09 ottobre 2021, 07:30

La Madonna di Oropa, noi e l'impossibile “per sempre”

"Maria è la donna che per prima ha creduto che questo “per sempre” non era un’illusione, ma una carne viva che vibrava nel suo grembo", si legge nella lettera

Il momento in cui la statua della Madonna torna nella basilica vecchia, foto studio Fighera

Il momento in cui la statua della Madonna torna nella basilica vecchia, foto studio Fighera

Riceviamo e pubblichiamo qui di seguito una lettera in cui Antonio Iannaccone, professore di religione, fa una serie di riflessioni sull'evento del V centenario dell'Incoronazione della Madonna di Oropa. 

<Alcune settimane fa una grande quantità di persone nel Biellese e dintorni è accorso sotto il manto della Madonna di Oropa. Manto che è stato realizzato cucendo insieme ben 15000 messaggi rivolti a lei, alla “regina del monte”. Che cos'è rimasto oggi di tutto questo movimento di un intero popolo? Sicuramente questo gesto ha espresso un desiderio grande del nostro cuore: quello di trovare – per usare le parole di Dante - “una fontana vivace di speranza” in questi giorni così aridi di motivi grandi per guardare al futuro. Ma, dall'altro lato, altrettanto forte sembra soffiare un vento contrario: il vento del nostro tempo che dice “niente è vero, niente può essere per sempre”. ​Si tratta di una voce sempre più forte, una specie di mantra che si respira nell’aria, che ci sussurra nell’orecchio: “Sì, magari bello questo momento di speranza, ti ha donato un attimo di conforto, ma è abbastanza vero da reggere tutta la vita, davvero può essere la tua certezza di ogni giorno, di ogni istante?”. E così ritorniamo uguali a prima, nel tran tran di quel piccolo cinismo quotidiano così facile da sperimentare. Come quella ragazza che qualche giorno fa in aula mi ha detto: «Professore lei parla di cose che non hanno senso, impossibili: questo “per sempre” non esiste, noi finiamo e tutto finisce». Questa è la lugubre brezza dei nostri giorni che rende vecchio tutto quello che incontra. Sì, “vecchio”, perché il nostro cuore finché è giovane desidera e ama con un’apertura che non ha fine. E, quasi a riprova che il corpo segue lo spirito, anche anagraficamente la nostra società diventa sempre più anziana, ovvero sempre meno capace di generare speranza e quindi vita: proprio la nostra provincia di Biella è quella con l’indice di vecchiaia più alto d’Italia, visto che i bambini sono solo il 10,6% dell’intera popolazione>.

<Eppure - prosegue - quella statua lassù sul monte di Oropa è un segno che indica proprio il contrario e cioè che quella madre è diventata “regina”, ovvero attraversa sovranamente le nostre paure adesso, in questo preciso momento che stiamo vivendo. Ma, se regna adesso - se non è solo un bel ricordo - allora vive e regna per sempre. Insomma, non è “un simbolo di maternità universale” o “un idolo scolpito dalle mani dell'uomo”: non credo che questo, in pieno XXI secolo, attirerebbe miriadi di persone a mettersi - anche solo per un attimo - sotto la protezione di quello sguardo. Maria è la donna che per prima ha creduto che questo “per sempre” non era un’illusione, ma una carne viva che vibrava nel suo grembo. Che bello allora considerare la possibilità che quella nostra corsa sotto il suo manto non sia stata un’illusione, non sia stato solo un attimo di serenità, ma l’inizio di un cammino che possa portarci ad avere lo stesso sguardo certo di Maria, il suo stesso cuore giovane che ha creduto all’impossibile “per sempre”.

Antonio Iannaccone

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