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ATTUALITÀ | 16 aprile 2021, 10:11

“Vaccini: obbligo o libertà?”

L’analisi dell’insegnante biellese Elena Viotti: “I ricatti morali e peggio ancora professionali, non appartengono a nessuna delle democrazie europee”

“Vaccini: obbligo o libertà?”

Siamo chiamati a vivere una vita non nostra, tra obblighi, provocazioni e addirittura una strana ipocrisia che serpeggia in una società spaventata e sola.

In una democrazia, dovrei, e specifico dovrei, nel senso che dovrebbe essere lecito, poter decidere, sempre fatta salva la correttezza d’azione. I ricatti morali e peggio ancora professionali, non appartengono a nessuna delle democrazie europee; il Consiglio d’Europa, con una risoluzione votata in larghissima maggioranza dai suoi 47 stati, ha così sancito: nessun obbligo di vaccino, nessuna penalizzazione per chi non vi si sottoponga.

Mi domando dunque come sia possibile che gli operatori impiegati nel settore sanitario come medici, infermieri, dipendenti delle Rsa, farmacisti e molti ancora appartenenti a queste professioni abbiano ricevuto l’imposizione, da una new entry norma governativa, al vaccino.

Nel caso di rifiuto, scatta la sanzione che attenzione, non riguarda una delle solite multe di cui siamo ormai abituati a leggere su giornali o notiziari, ma addirittura un declassamento della mansione, decurtazione dello stipendio, o peggio la perdita del posto di lavoro.

Al di là dell’opinione che ciascuno di noi può avere sull’efficacia o meno dei vaccini, anche alla luce delle ultime notizie emerse su AstraZeneca e affini, ritengo che ognuno possa far valere la facoltà di libero arbitrio sulla propria salute, regolata da precise norme costituzionali, tra cui l’articolo 32 che espressamente esprime: la libertà di evitare un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge.

Non si vuole fare polemica, né tanto meno mettere in discussione una decisione di chi sicuramente ne sa più di noi, ma una mera riflessione, in merito alla possibilità di scelta, che in qualche modo viene negata; credo che sia davvero fondamentale che tutto il personale sanitario sia messo in condizioni di sicurezza, sia per loro stessi che per i pazienti; rimane anche importante però che possano deciderne le modalità, i tempi e gli strumenti, proprio perché medici, abituati a intervenire nella cura di sé e degli altri e di conseguenza idonei a certi tipi di scelte deontologiche.

E intanto, notizia del 12 aprile, “nei piani alti” delle sfere ministeriali, ci si interroga se sia utile vaccinarsi ogni anno contro le varianti. L’immunologo dell’Accademia dei Lincei, Guido Forni assicura: "Potremmo programmare un richiamo, almeno per gli anziani, ogni autunno, dato che le case farmaceutiche sono preparate…"

E il dilemma… continua…

Elena Viotti

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