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ATTUALITÀ | 19 febbraio 2021, 12:00

Non è la TARIP la causa dei problemi Seab

L'intervento di Legambiente Biella: “Il piano concordatario predisposto dal CDA per il salvataggio di Seab è un'assurdità perché chiede ai Comuni che hanno adottato la TARIP di regredire”

Foto di repertorio

Foto di repertorio

In tempo di Recovery Fund, ovvero di un piano di investimenti straordinario finalizzato in particolare al perseguimento degli obiettivi del European Green Deal, stupisce fortemente il piano concordatario predisposto dal CDA di SEAB per il salvataggio della società pubblica che, in house, si occupa della raccolta dei rifiuti urbani nel biellese.

Tale piano - di fatto - porta ad attribuire impropriamente al sistema TARIP le cause del default economico della società, richiede ai comuni che hanno adottato tale sistema di fare un passo indietro e lo esclude tra le modalità gestionali ove investire in futuro: una assurdità, un regresso.

La raccolta porta a porta e la TARIP - la tariffa puntuale ove chi più produce rifiuti più paga - hanno consentito in molti comuni il raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari per la raccolta differenziata (RD) ed il contenimento della frazione secca pro/capite da smaltire in discarica o alla termovalorizzazione: i dati nazionali e le migliori performance lo dimostrano.

Laddove il sistema è ancora strutturato sulle isole ecologiche ed alla tassa - il sistema TARI – non si sono raggiunti gli obiettivi e molti comuni rischiano, a cascata, di dover poi affrontare le sanzioni che la Ue prima o poi comminerà alla Stato Italiano.

Nel Biellese molti comuni non hanno ancora raggiunto la soglia del 65%.

Nelle altre realtà ove si utilizza la TARIP associata alla raccolta porta a porta le società incaricate nel servizio di raccolta e riscossione come la SEAB sono andate in default e sono sotto procedura concordataria ? NO.

Perché dunque a pagare le conseguenze di errori gestionali di SEAB o del singolo Comune, sostanzialmente l’incapacità nel recupero dei crediti, debba essere il sistema tariffario più virtuoso per il raggiungimento degli obiettivi ambientali?

Paradossalmente, va inoltre osservato, è la società strumentale (la Seab) a dettare ai committenti, con una sorta di aut-aut, le linee di indirizzo per quanto concerne le modalità di gestione, tariffazione e riscossione del servizio.

Seab intende così sgravarsi degli oneri e dei rischi connessi alla riscossione scaricandoli sul singolo Comune, obbligandolo, a propria garanzia, ad adottare la forma tributo. Ovvero addossando sul bilancio comunale eventuali perdite.

Il ripetuto motto “E’ colpa della TARIP”, d’altro canto, consente di eludere e distrarre dal tema delle responsabilità politiche e amministrative, sia quelle più dirette e recenti - in casa Seab - che quelle più generali in tema di gestione dei rifiuti nel Biellese.

Tante scelte passate, dalla acquisizione pubblica della quasi esaurita discarica di Masserano alla costituzione della società ASRAB, si sono dimostrate onerose, gravate da assurdi contenziosi ed hanno portato ad un incremento del consumo dei volumi in discarica (la capienza iniziale a Cavaglià era stimata sufficiente per le esigenze del comprensorio per 15 anni, ma fu esaurita in meno di 7, fatto che ha incrementato il risultato d’impresa ma obbligato ad ulteriore).

Non è pertanto da escludere che la crisi economica e finanziaria di Seab sia solo fortuita in quanto tale crisi può essere funzionale ad altri disegni. Di certo, in tutta questa vicenda, la TARIP è solo un pretesto, anche ideologico.

Comunicato Stampa Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat” - a.b.

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