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ATTUALITÀ | 19 novembre 2020, 15:34

Cirio vede la zona arancione per il Piemonte: “Il virus sta regredendo, ma a Natale nessun liberi tutti”

Il presidente della Regione: “Indice RT, ricoveri e raddoppio dei positivi: le pagelle del Governo sono buone, la prossima settimana sarà fondamentale ma le misure sono efficaci”.

cirio covid

Promosso con riserva ed estrema cautela. Il virus sta “rallentando, è in fase di regressione” e il presidente della Regione Alberto Cirio, durante la conferenza stampa di presentazione del Covid-Hospital di Torino Esposizioni, si mostra ottimista in vista del futuro.

“Le nostre pagelle, quelle elaborate dal Ministero della Salute, sono buone: l’RT, che ci dice quanto corre veloce il virus, è sceso ulteriormente ed è passato da 2,16 a poco più di uno” spiega il Governatore. Tra gli indicatori che lasciano ben sperare e che sembrano portare sempre di più il Piemonte verso la zona arancione i ricoveri e il raddoppio dei positivi: se il 5 novembre si è registrato il picco di persone in attesa di ricovero (620), oggi il numero è sceso parecchio (480). Anche il tempo di raddoppio è passato da 6 a 10 giorni, un altro segnale inequivocabile di come la curva si stia appiattendo. “Questo presuppone che la discesa sia vicina”, ribadisce Cirio.

Per i piemontesi, la data segnata in rosso sul calendario è quella del 27 novembre. In quel giorno “scadranno” i 14 giorni di monitoraggio da quando il Piemonte è potenzialmente entrato in zona arancione (13 novembre): se i progressi dovessero dimostrarsi costanti, la regione cambierà “fascia di colore”. Nonostante la speranza e l’ottimismo, il presidente della Regione invita tutti alla calma: “Occorre stare attenti, quando ci saranno gli allentamenti previsti dal Dpcm non dovremmo più cadere negli errori commessi in estate” è il pensiero del Governatore.

Parole che ipotecano un Natale alla “liberi tutti” ma arriva subito un chiaro avvertimento. “Non deve essere così, altrimenti ne pagheremmo le conseguenze mei mesi successivi - spiega Cirio - e non possiamo più permetterci una cosa del genere”. Ecco perché il presidente della Regione ripete come un mantra la necessità di trovare una stabilità.

“Serve cautela, ricordiamoci che qui in Piemonte manca la medicina territoriale, non in grado di fare da filtro, e l’età media della popolazione è elevata: per questi motivi è necessaria maggiore prudenza rispetto alle altre regioni”, conclude il governatore.

Dal corrispondente di Torino - g. c.

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