Gli obelischi in pietra costruiti nei secoli sulle montagne biellesi sono noti come “òm ëd pera” e sono stati eretti da anonimi artisti fin dalla notte dei tempi nella valle dell’Elf a poca distanza o addirittura sopra il “Dèir Salrzèr”, la pietra sacra dei Salassi.
Questi grandi parallelepipedi di sassi innalzati in forma prismatica o cilindrica con un’abilità impensabile sono posti su pietre piane e di varia altezza e di varie forme ma sempre eretti con un’abilità capace di sfidare le intemperie.
Il territorio dove sono maggiormente localizzati é proprio fra il torrente Viona e la Janka dove la tradizione popolare collocava il santuario litico degli antichi Salassi.
Anche Corrado Martiner Testa nella sua accurata e preziosa guida alle “Passeggiate sulle montagne del Biellese” li chiama “ometti di pietra” e segnala quello molto singolare lungo la costa della Muanda “pitturato di bianco, con una piccola nicchia ed una statuetta della Madonna Nera” togliendogli l’anima pagana ma riconfermandone il carattere sacro così come quello sul Poggio Frassati sovrastato da una croce.
La zona dove si concentrano é quella compresa fra una località che prende il nome di “Morter” e che sovrasta la Viona ed il “Pian dla mòrt” che sovrasta il “Dèir Salrzèr” e questa circostanza potrebbe far pensare che si tratti di steli che in origine avevano un significato di lapidi funerarie, perdutosi nel tempo.
Un altro affollamento di questi manufatti si concentra verso la Muanda attorno ad una località chiamata “Pian dla cesa”, pianoro della chiesa.
Nessuno sa perché si chiama proprio così.
Proprio la straordinaria abilità creativa dei costruttori prova che non si tratta di occasionali e casuali cippi pietrosi ma di veri e propri monumenti d’una perduta tradizione.
Sentinelle dei percorsi perduti di antiche migrazioni, sarebbero in qualche modo gli antenati dei “Piloni” cristiani con le immagini dei Santi e della Madonna collocati lungo le strade e deteriorati dall’abbandono e dal disinteresse del mondo moderno, sempre più lontano dalla spiritualità e della fede.
L’“òm ëd pera” biellese meglio conservato é quello che si trova accanto al sentiero che sale verso il pian Bres poco sopra il rifugio dell’alpe Cavanna.
Un signore che mi ha accompagnato durante l’escursione ha gentilmente segnato la sua collocazione a 1673 metri sul livello del mare, alla latitudine 45,56 nord e longitudine 7.90 ed é alto esattamente un metro e sessanta.
L’“òm ëd pera” più elevato sovrasta l’alpe della Muanda e la strada sterrata verso l’alpeggio delle Sette Fontane. E’ alto due metri e venti centimetri ed al culmine é stata collocato un masso biancastro che ne accentua l’originalità.
A ben vedere, il luogo della sua erezione non pare casuale perché i suoi misteriosi costruttori hanno posato con una perizia straordinaria tutte le pietre resistenti alle intemperie più violente in un pianoro che sovrasta silenzioso ma ragguardevole il torrente Viona, é sotto il Mombarone da cui si scorge la colma e sovrasta da vero uomo di pietra il Biellese e il Canavese.
Così la val dl’Elf ha i suoi giganti di pietra che fanno da sentinella ai suoi tanti segreti.
Saremo grati a chi vorrà segnalarci realtà analoghe a quelle esaminate in questo articolo scrivendo a storiaribelle@gmail.
Per approfondire questi argomenti segnaliamo un libro pubblicato da Storia Ribelle casella postale 292 - 13900 Biella.