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| 26 maggio 2020, 07:50

Italiani all’estero, Patelli (Lega): “Felici per il rientro di Franco Nofori e degli italiani dal Kenya dopo 47 giorni”

"A tutti gli italiani stesso trattamento e sostegno in caso di bisogno e necessità. Uno Stato serio e degno di questa parola non abbandona mai i suoi connazionali".

Italiani all’estero, Patelli (Lega): “Felici per il rientro di Franco Nofori e degli italiani dal Kenya dopo 47 giorni”

“Ci sono voluti 47 giorni affinché Franco Nofori e la sua consorte potessero rimettere piede in Italia. Quarantasette giorni di vera passione e di paure perché in tutto questo tempo il sig. Nofori ha rischiato la vita essendo persona invalida all’80%, immuno depresso ed in terapia antirigetto dal 2005. La sua è solo una delle migliaia di storie che vengono segnalate sui social e sui media nazionali. Storie che cadono nel vuoto, che non hanno risposta alcuna da chi è a capo della Farnesina e si dovrebbe occupare del rientro dei tantissimi italiani rimasti bloccati all’estero a causa della Pandemia di Covid19. Cosa che solo a parole il Ministro Di Maio fa, come ha dimostrato anche in una intervista di qualche giorno fa alla trasmissione satirica 'Striscia la notizia' che aveva presentato le lamentele dei tantissimi connazionali lasciati in balia di se stessi e impossibilitati a rientrare nelle proprie città di residenza. Ma, soprattutto, lasciati in balia della folle scelta di un Ministro di non utilizzare la Protezione Civile europea che garantisce stanziamento di fondi ed aerei (utilizzati molto da altri Stati membri della UE) a fronte di una richiesta di attivazione del meccanismo UCPM. 

L’Italia lo ha fatto 1 sola volta per 37 connazionali fatti rientrare dal Giappone (parliamo degli italiani bloccati sulla nave da crociera che tutti ricorderanno). Per il resto degli italiani voli charter o privati con compagnie commerciali che, a causa delle leggi vigenti sul distanziamento hanno aumentato a dismisura il costo dei biglietti non avendo ricevuto nessun sostegno economico dallo Stato (parliamo anche di Alitalia) per questi voli speciali. Costi esorbitanti, quindi, che in moltissimi non potevano e non possono permettersi. Con il conseguente imbarazzo, per altro giustificato, da parte dei nostri ambasciatori e del personale delle ambasciate d’Italia nel mondo impossibilitati a fornire spiegazioni per mancanza di direttive dal Ministro Di Maio.Quello di Franco Nofori è il caso che mi era stato segnalato personalmente e mi è sembrato logico, normale e doveroso in qualità di rappresentante eletto dal popolo italiano in Parlamento impegnarmi, unitamente ai colleghi parlamentari Paolo Formentini e Eugenio Zoffili che hanno mantenuto costanti contatti con l’Unità di Crisi della Farnesina, affinché il Nofori rientrasse velocemente a Torino anche e soprattutto a causa delle sue cagionevoli condizioni di salute. L’arrivo di ieri all’aeroporto di Milano Malpensa è la fine di un vero e proprio calvario fatto di continue mail, telefonate e messaggi con la figlia di Franco Nofori, che da Torino cercava disperatamente di far tornare il padre a casa o, quantomeno, di fargli recapitare i farmaci salvavita, e la Farnesina oltre che con l’Ambasciata d’Italia in Kenya.

L’Ambasciata di Nairobi, per quanto le è stato possibile, ha fatto di tutto per cercare di risolvere la situazione, stante anche il fatto della grave invalidità e la necessità urgente di medicinali salvavita e l'impossibilità di reperirli sul posto. Dal 30 marzo al 17 maggio è stata veramente una ”battaglia” per ottenere un diritto che spetta a tutti gli italiani. Un italiano, nel caso di Nofori, che si è sempre impegnato nei suoi 18 anni di vita vissuta in Kenya, lavorando, sostenendo ed aiutando i nostri connazionali, essendo stato anche un rappresentate nei Comites che fanno riferimento al Ministero degli Esteri italiano. Mi chiedo come sia possibile che un nostro connazionale debba cercare il sostegno di un parlamentare per far sì che venga “esaudito” un suo diritto. Mi chiedo come si possa abbandonare una persona malata, che prende di pensione meno di mille euro al mese, che vede la propria moglie perdere il posto di lavoro perché bloccata in Africa dal Covid. Come si può pensare che, per il primo volo che era disponibile, partito praticamente vuoto, vengano chiesti 3.300 euro a persona (quindi 6.600 euro per lui e la consorte), a fronte di una pensione minore di 1.000 euro. Nofori era tornato in Kenya per vendere una sua vecchia proprietà e cercare di vivere con una pensione dignitosa in Italia dove era rientrato già da diversi anni, anche a causa del suo stato di salute.

Se oggi esprimo ed esprimiamo tutta la nostra gioia per il suo rientro e quello di molti altri italiani dopo tanto penare in terra d’Africa, denunciamo, per l’ennesima volta, l’immobilismo, non della Farnesina in sé ma del Ministro Di Maio per il quale va sempre tutto bene. No caro Ministro, va sempre tutto male e chiederemo conto del suo operato in Parlamento affinchè tutti gli italiani abbiano lo stesso trattamento e sostegno in caso di bisogno e necessità. Uno Stato serio e degno di questa parola non abbandona mai i suoi connazionali”. Questa la dichiarazione dell’on. Cristina Patelli (Lega), membro della Commissione Cultura e Istruzione della Camera dei Deputati. 

comunicato - f.f.

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