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COSTUME E SOCIETÀ | 03 settembre 2019, 08:57

Minerali sardi in mostra al Museo delle Migrazioni di Pettinengo

su nuraghe biella

Visitatori davanti alle vetrine dei minerali

Presso il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo, Biella, accanto alla migrazione dei simboli e degli oggetti della vita quotidiana di chi, da Sardegna e da Veneto soprattutto, è approdato nel Biellese, vi è la collezione mineralogica Beducci-Bertolone con oltre 600 campioni raccolti a partire dalla fine degli anni Sessanta del Novecento, attraverso numerosi viaggi in Sardegna, donata alla comunità dei Sardi di Biella nel 2014.

Non deve stupire il fatto che la maggioranza dei campioni della collezione Beducci-Bertolone provenga dai giacimenti minerari dell’Iglesiente: quest’area della Sardegna, oltre a vantare i terreni di formazione più antica rispetto a tutto il resto d'Italia, concentra anche l'area più estesa per varietà e numero delle attività minerarie svolte negli ultimi secoli in Sardegna. Tra i siti meglio rappresentati nella collezione Beducci-Bertolone c’è la miniera piombo-zincifera di San Giovanni, gicimento che riveste un notevole interesse mineralogico, a pochi chilometri da Iglesias, sul versante meridionale della valle del Rio San Giorgio. Questa miniera, grazie alla presenza della grotta di Santa Barbara, costituisce uno dei gioielli del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna. Per l’allestimento biellese 2019 sono stati scelti ed esposti per la prima volta diversi minerali provenienti da questa miniera, tra cui alcuni esemplari di carbonati come calcite e aragonite.

Mineralogicamente, aragonite e calcite si differenziano esclusivamente per l’abito cristallino: l’aragonite cristallizza nella classe rombica bipiramidale, mentre la calcite cristallizza nella classe trigonale L’aragonite è comune nelle cavità carsiche in molte miniere del bacino di Iglesias-Gonnesa, dove forma stalattiti, stalagmiti e forme coralloidi, e può essere associata a quarzo, barite e gesso. È un minerale allocromatico: può essere quindi incolore, anche se spesso è bianca. Più raramente presenta una colorazione bruna per inclusioni di ossidi di ferro, o verde. Tra gli esemplari esposti presso il museo, spicca un bel campione dai riflessi azzurri, dovuti alla presenza di ossidi di rame.

Una delle cavità carsiche scoperta durante l’avanzamento dei lavori di scavo delle gallerie di coltivazione presso la miniera di San Giovanni è la Crovassa Azzurra: essa trae il suo nome appunto dalla presenza di cristallizzazioni aragonitiche di colorazione azzurra, come quella presente negli allestimenti del Museo di Pettinengo. Per l’esposizione 2019 sono stati selezionati anche alcuni campioni di calcite di grande interesse.

Questo onnipresente carbonato può avere abito romboedrico, scalenoedrico, prismatico esagonale e varie combinazioni tra questi, sempre rispettando la simmetria trigonale. La miniera di San Giovanni è famosa per suoi stupendi cristalli: frequenti sono i casi di geminazione, ma la si trova anche massiva, stalattitica e stalagmitica, fibrosa, nodulare, oolitica, dendritica, granulare, e sono frequenti i casi di pseudomorfismo.

Fabio Granitzio (Su Nuraghe Biella)

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