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ATTUALITÀ | 22 agosto 2019, 11:16

Tragedia in Cilento, i sindacati del Piemonte: "Manca la tecnologia, una centrale unica 112 non avrebbe cambiato nulla"

Nota congiunta di infermieri (Nursind), vigili del fuoco (Conapo, Confsal, Fns Cisl e Uil Pa) e Polizia di Stato (Siulp e Sap) dopo il ritrovamento del corpo dell'escursionista francese che aveva chiesto aiuto telefonicamente: "Ci sono strumenti più sofisticati nelle mani di un bambino, oggi, che nelle nostre centrali operative"

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Non si placano discussioni e polemiche, a pochi giorni dal ritrovamento della salma dell'escursionista francese disperso nel Cilento. Un caso di cronaca che ha riportato sotto i riflettori dinamiche (ed eventuali limiti) del servizio di soccorso operativo in Italia. E che vede esprimersi sul tema anche i sindacati di infermieri (Nursind), vigili del fuoco (Conapo, Confsal, Fns Cisl e Uil Pa) e Polizia di Stato (Siulp e Sap).

Proprio i loro rappresentanti, in una nota congiunta, sono tornati sull'argomento, specificando come "Nei giorni del cordoglio per la tragica scomparsa del giovane escursionista Simon Gautier, un riconoscimento va a tutti i soccorritori che si sono prodigati nelle operazioni di ricerca". Ma non mancano le analisi e le critiche: "Il loro (e il nostro) limite - prosegue la nota unitaria - è vivere in un Paese che non considera prioritaria la tecnologia al servizio della collettività. Riflettano coloro che sbandieravano l’efficacia della localizzazione come rimedio ai mali del mondo e oggi, senza vergogna alcuna, ne ammettono il fallimento: la posizione esatta si può determinare solo con l’intervista telefonica, quando si chiede aiuto è necessario fornire sempre un indirizzo o un riferimento. Dovrebbe essere un motivo sufficiente per evitare speculazioni, commenti di cattivo gusto o quegli “interessi di bottega” che qualcuno in passato ci imputava in modo sprezzante". 

E ancora: "Non si usi questa tragedia per esportare il modello organizzativo del 112 italiano, la presenza di una Centrale Unica nella vicenda non avrebbe cambiato nulla, la tecnologia di localizzazione è la stessa. Dotarsi di soluzioni moderne costerebbe un terzo rispetto al mantenimento di un inutile call center laico del 112 e c’è più tecnologia nelle mani di un bambino in età scolare rispetto a quanta ne troviamo nelle nostre Centrali Operative; riflettano soprattutto su questo i Ministeri competenti. Quindici giorni fa si è appreso che una quindicenne stuprata e uccisa in Romania aveva chiamato più volte il 112, ma la Polizia è arrivata diciannove ore dopo; la vicenda ha sconvolto il Paese, sono seguite le dimissioni dei Ministri dell’Interno, dell’Istruzione, delle Telecomunicazioni e l’allontanamento del Capo della Polizia. È una lezione di responsabilità istituzionale lontana anni luce da noi, in Italia probabilmente sarebbe stato licenziato l’operatore, reo di non aver seguito il protocollo”.Infine, i sindacati di infermieri, vigili del fuoco e Polizia di Stato lanciano un appello: "Esortiamo le Istituzioni ad adoperarsi per promuovere una vera cultura della sicurezza e ad aprire un confronto scientifico sull’organizzazione dei soccorsi italiani, sui pericoli della doppia intervista telefonica e sulla capacità di coordinamento tra i professionisti".

Dal nostro corrispondente di Torino

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