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| 21 ottobre 2018, 08:00

Il biellese magico e misterioso: I legami fra l’antica civiltà biellese e il popolo basco nel libro “Garaldea” di un incrollabile patriota di “E.T.A.”

A cura di Roberto Gremmo

Il biellese magico e misterioso: I legami fra l’antica civiltà biellese e il popolo basco nel libro “Garaldea” di un incrollabile patriota di “E.T.A.”

Quarant’anni fa, un libro fuor del comune metteva in luce gli antici legami in epoca megalitica fra la civiltà delle Alpi Occidentali e quella dei Pirenei. Lo studio uscito in lingua spagnola con il titolo “Garaldea. Sobre el origen de los Vascos” ed era stato scritto dal patriota basco Federico Krutwig Sagredo, in circostanze davvero straordinarie.

   L’autore era già un personaggio notevole perché era stato l’autore del libro “Vasconia”, considerato il manifesto politico del movimento “Euskadi Ta Askatasuna”, il più determinato gruppo antifranchista e nazionalitario dei Paesi Baschi.

  Perseguitato dal regime che opprimeva la Spagna e colonizzava Catalunya, Euskadi e Galizia, Krutwig si era rifugiato per qualche tempo in valle d’Aosta, ospite dei militanti del “Movimento Harpitano” che rivendicavano piena indipendenza per le Regioni franco-provenzali del Monte Bianco.

   Poiché all’epoca, con altri biellesi, avevamo fondato l’“Associassion Lìber Piemont” avevo subito preso contatto con Krutwig, participe della sua lotta per un’Europa dei Popoli e non degli Stati.

   Ricordo fra l’altro che con l’aiuto dello scultore e poeta cossatese Enea Ribatto misi in contatto Krutwig con il giornalista biellese Marco Conti che lo intervistò per la “Gazzetta del Popolo”.

   Portammo più e più volte il patriota basco a visitare Urupa, Graja e la val dl’Elf ed egli rimase affascinato dalle straordinarie similitudini della realtà biellese con quella della sua Patria.

   E fu proprio da queste osservazioni, aggiunte alla sua enciclopedica cultura di linguista e di etnologo, che Krutwg elaborò la tesi centrale di “Garaldea” che voleva essere un esame senza paraocchi della “couche-preindoeuropea” (lo strato preindoeuropeo) che sarebbe alla base delle civiltà umane che hanno plasmato la cultura europea.

    Come é noto, la lingua “euskera” dei baschi é l’unica parlata europea ancora viva che affonda le sue radici nelle civiltà più antiche del nostro continente.

   Secondo l’Autore, dai Pirenei di cui i baschi conservano memoria viva con la loro lingua originale, si sarebbe estesa da un lato verso l’Atlantico (le Canarie) e dall’altro verso le Alpi Occidentali una cultura particolare di cui rimarrebbe traccia nei nomi di luogo, in qualche forma dialettale e soprattutto nella mentalità e nella visione del mondo dei vari Popoli.

    Vulcanico ed entusiasta, Krutwig si esaltava nel trovare corrispondenza ai paesi biellesi di Zumaja, Lessona o Zubiena nelle località basche di Zumaja, Lexona, Zubi Ena. Egli ricordava che in basco ‘biella’ indica una realtà binaria e questo giustifica da noi il nome Biella per una realtà divisa in due (Piazzo e Piano) e spiegava il nome di Graja collegandolo al termine basco “Garaldea”, regione delle alture.

   Analogie altrettanto singolari riscontrava fra i nomi dei paesi valdostani e quelli delle località basche da cui era stato esiliato.

    Per noi poveri dilettanteschi eruditi di provincia, era davvero veder l’erba dalla parte delle radici.

    Nel libro non ci sono soltanto i risultati delle inchieste dell’autore ma vengono esposti i risultati delle ricerche scientifiche del celebre linguista Dominik Woelfer che, studiando per anni la lingua dei “Guanci” delle Canarie, ha anche dimostrato la stretta parentela della loro parlata con quella dei baschi e dello studioso dell’arte preistorica, il professor Louis René Nougier che con le sue ricerche ha dimostrato che nella lontana preistoria le raffigurazioni pittoriche ebbero il loro “berceau” (la culla) proprio nei Pirenei del Nord per poi estendersi nei primi 10.000 anni verso le Alpi (Valcamonica e Valle delle Meraviglie lo testimoniano) e solo successivamente verso la Scandinavia e l’Oriente.

   La culla autentica della civiltà europea sarebbe dunque la Terra dei Baschi e le nostre Alpi sarebbero i parenti più stretti della loro stirpe.

    Federico Sagredo Krutwig é morto senza vedere la fine della dittatura che opprimeva il suo Paese.

  Il libro “Garaldea” é stato pubblicato in Francia in una collana basca dal titolo “Askatasun Haizea”, vento di libertà.

  Oggi é quasi introvabile.

   Saremo grati a chi vorrà segnalarci realtà analoghe a quelle esaminate in questo articolo scrivendo a storiaribelle@gmail.

   Per approfondire questi argomenti segnaliamo un libro reperibile alla libreria “Ieri e Oggi” di via Italia a 13900 Biella.

Roberto Gremmo

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