ATTUALITÀ - 18 novembre 2017, 07:00

Inchiostro presenta centro di ricerca e assistenza contro i suicidi. “Una speranza per le famiglie” FOTOGALLERY

Foto di Gilberto Caon

“Il rumore più forte che un essere umano può sentire o sopportare è il silenzio. Quel rumore che sopraggiunge quando ti avvertono che tuo fratello non c’è più per sua forza e volontà. Da quel momento uno stato di silenzio pervade la vita di ogni uomo o donna. Manca un pezzo che fino a quel momento davi per scontato ed era presente. Ora non c’è più e devi ricominciare di nuovo a vivere”.

Comincia così il lucido e, allo stesso tempo, straziante racconto di Raffaele Abbattista, nel corso dell’Incontro dal Socio, promosso da Cdo Piemonte e realizzata alla Fondazione Pistoletto nella serata di giovedì 16 novembre. Argomento principale la presentazione ufficiale di un centro di ricerca e cura, a carattere scientifico, per la diagnosi e la cura delle depressioni.
Un progetto realizzato dall’associazione Inchiostro, volto a prestare particolare attenzione ai fenomeni suicidi. Un tema socialmente rilevante per il nostro territorio, dal momento che la  provincia biellese detiene uno dei più alti tassi di suicidi in Italia. Ad accogliere chi avrà bisogno un ex tipografia di 1800 mq totali, a due piani, situata a Biella in via Santuario d’Oropa 57.

Una struttura che sarà completamente ristrutturata nei prossimi mesi per accogliere il centro studi del domani, la cui inaugurazione è  prevista nelle prime settimane di ottobre nel 2019. Un progetto sostenuto da privati e fortemente voluto da Inchiostro e da Raffaele Abbattista, membro dell’associazione e testimone di un episodio tragico che avvenne quattro anni fa in seno alla sua famiglia e che cambiò radicalmente l’esistenza sua e dei suoi cari.

“Giuseppe ci manca ogni giorno – prosegue commosso Abbattista – Mio fratello aveva 28 anni quando scomparve e sono contento di averlo conosciuto per tutti questi anni. Quando accadono queste situazioni è dura ritrovare un equilibrio. Con questo progetto vogliamo realizzare qualcosa di concreto per il nostro territorio e lasciare una traccia del nostro passaggio. Molto spesso ci si interroga sul perché accadono certe cose. Queste domande ci hanno portato a pensare a questo luogo. Un progetto che vuole essere una soluzione ad un problema che colpisce il nostro territorio. Un centro di ricerca, servizio e supporto alle famiglie in maniera totalmente gratuita. Occorre dare una speranza perché il dolore rischia di eliminare qualunque aspetto positivo della vita. Questo è un luogo illuminato, con un vista strepitosa verso le vallate. Il male, l’oscurità si combatte anche con la luce della speranza”.

150 i presenti, giunti per ascoltare queste e molte altre parole, a testimonianza di come il dolore e l’amore possano legare tra loro le persone. Uomini di chiesa, come Don Berchi rettore del Santuario di Oropa, psichiatri come Paolo Campisi e imprenditori come Felice Vai, presidente  del Cdo Piemonte, hanno posto l’attenzione su questo tragico fenomeno, enunciando dati, analisi, possibili soluzioni e condividendo con i convitati le proprie esperienze di vita.

Tra questi era presente alla Fondazione Pistoletto anche l’assessore Francesca Salivotti: “Serata interessante, su un tema delicato ed estremamente complesso. Sono scaturiti spunti interessanti e ringrazio tutti coloro che hanno organizzato questo tipo di serata. Il progetto è ambizioso e  può avere delle ricadute interessanti sul nostro territorio. Mi hanno colpito le esperienze personali, la passione e la volontà di fare del bene di queste  persone”.

Gli fa eco Marta Florio, presidente di Inchiostro: “Sono soddisfatta della serata. In molti hanno partecipato alla prima assoluta presentazione di un progetto che ci sta a cuore da molto tempo. Abbiamo gettato le basi e posto il primo mattone. Ora dobbiamo procedere verso la piena attuazione. Nei prossimi giorni organizzeremo una cena a Torino, definita dei Mille, dove raccoglieremo fondi alla presenza di associazioni e amici che già collaborano con la nostra realtà. I lavori dovranno iniziare a breve. Non resta che tirarsi su le maniche e raggiungere l’obiettivo prefissato”. 

g. c.