COSTUME E SOCIETÀ - 07 settembre 2016, 09:46

Mistero: La Madonna Nera di Oropa

Ad Oropa è conservata una Madonna Nera particolarmente venerata, abbiamo percorso interi corridoi ricoperti di ex voto, doni e testimonianze di persone guarite per intercessione della madonna nera. Quadri, oggetti, gioielli, ogni disegno ricorda una guarigione o una grazia. La fiducia era tale che le venivano offerti anche ante-voto, regali per scongiurare disgrazie future.

La statua è in legno di cedro dipinto e fu realizzata, secondo la tradizione, da san Luca evangelista – come, del resto, si racconta per molte altre madonne nere. A vederla sembra tutt’oggi perfetta, senza segni del tempo; neppure la polvere osa sporcarla.

Da dove nascono le Madonne nere? La Chiesa le considera particolari rappresentazioni della Vergine, ma in realtà nascondono origini molto diverse. Le prime statue furono portate dai crociati di ritorno dalla Terrasanta. Ma se la religione islamica vieta l’umanizzazione del divino, come potevano esistere quelle statue? I crociati avevano forse trovato un culto dalle origini sconosciute, mantenuto in vita in gran segreto da gruppi eretici?

Eppure potrebbe esserci un’origine ancora più antica se analizziamo la caratteristica più evidente: il nero, il colore prediletto di Iside. E poi il trono: Iside diventa seggio per il figlio Horus, seduto sul suo ventre, esattamente come per le prime statue di madonne nere, in cui il bambino siede proprio al centro. E poi le vesti orientali: il ricercatore Faujas de Saint-Fons osserva che, contrariamente ai ricchi drappeggi dell’iconografia occidentale, queste statue hanno panni duri, rigidi, quasi a nascondere braccia e gambe "alla maniera delle mummie egizie".

La madre cristiana va quindi a sovrapporsi alla venerazione e alle rappresentazioni tradizionali di Iside e delle altre dee pagane, sommando in sé il culto della maternità divina e la protezione di boschi e sorgenti magiche. Una sorta di scura madre universale.

Tratto da:

www.luoghidiforza.it

 

Isabella Dalla Vecchia - Sergio Succu