Cambia in fretta il clima nel mondo dell'artigianato e della piccola impresa. E con esso anche il termometro della soddisfazione. Nel giro di pochi mesi, dal fermento del 2015, si è tornati alla sfiducia del primo semestre, ancorché non ancora concluso, del 2016. Dalla somministrazione di un sondaggio agli associati CNA, il campione considerato è di 103 imprese, emerge un quadro a tinte fosche. Da qui il titolo dell'incontro che si è tenuto questa mattina, 2 maggio, nella sede dell'Associazione di categoria: "Una crisi senza fine".
Un titolo che, già di per sé, non ammette repliche. Artigiani e piccoli imprenditori, infatti, lamentano la loro esasperazione dovuta sostanzialmente a tre ragioni principali: eccessiva tassazione, burocrazia stritolante e, dulcis in fundo, manco a dirlo, banche, che non accennano a cambiare la loro politica restrittiva di concessione del credito.
Proprio a partire dall'ultimo dei problemi elencati, il presidente di CNA Biella, Claudio Cappellaro Siletti, si chiede: "Come mai il governo emana un provvedimento salva-banche e non, allo stesso modo, uno salva-imprese?"
Gli fa eco il direttore degli Artigiani, Luca Guzzo: "Il fatturato più o meno regge, ma la percezione diffusa è quello di un peggioramento, rispetto allo scorso anno, della situazione legata alla burocrazia, al costo del lavoro e alle tasse in generale. In poche parole, adesso che gli effetti del Jobs Act iniziano a scemare, solo il 10% delle imprese prevede di assumere nuovo personale. Il saldo è negativo e il settore continua ad essere in grande sofferenza".
"Chiediamo con forza alla politica biellese - ha continuato il presidente Cappellaro Siletti - di non considerare solo alcuni aspetti, come per esempio il commercio. E' chiaro che fa più rumore una serranda che chiude di un trapano che smette di funzionare un di un cacciavite che smette di girare, ma la politica locale deve aiutare le piccole imprese, almeno nella lotta alla burocrazia, che abbiamo definito come un mostro da abbattere. Noi siamo praticamente invisibili".
"Abbiamo voluto evidenziare - ha concluso Luca Guzzo - i già noti dati negativi relativi al saldo imprese. Nei primi tre mesi del 2016 questa emorragia appare inarrestabile: a fronte di 114 nuove imprese, ne sono state cancellate 159".