CRONACA - 23 marzo 2016, 11:38

Bruxelles: “Mamma i più fortunati sono quelli che sono esplosi”

Il ricordo di quei tragici momenti nelle parole di Sabrina Tacca Pandolfo, biellese da tempo trasferitasi nella capitale belga insieme al marito medico e ai tre figli

Sabrina Tacca Pandolfo

“Mamma, forse i più fortunati sono quelli che sono esplosi, almeno non dovranno vedere il resto”.

A pronunciare questa frase, che fa lo stesso effetto di un pugno nello stomaco, è un’adolescente di 17 anni, Maria, figlia di Sabrina Tacca, biellese che da tempo vive a Bruxelles col marito Massimo Pandolfo. Ieri, martedì 22 marzo, era casa con la ragazza, quando ci sono stati gli scoppi. Ha raccontato quei drammatici momenti in un’intervista all’amica Cristina Manfredi, redattore di Vanityfair, e li ha ripercorsi con newsbiella.it. Il marito di Sabrina, medico neurologo, era appena uscito di casa, quando sono avvenuti gli attentati. Ha fatto in tempo a raggiungere l’ospedale e a entrare, che confluivano i primi feriti. Sabrina Tacca, invece era con Maria, la secondogenita, Lorenzo 22 anni, era assente, mentre Francesco, 14, si trovava a scuola.

“Ho telefonato – spiega la donna – e mi hanno risposto che l'edificio era blindato, vista la vicinanza con Palazzo di Giustizia che era stato nel frattempo evacuato. Dopo poco, mi ha chiamata Francesco dicendomi di andarlo a prendere, perché solo all'arrivo di uno dei genitori lo avrebbero lasciato uscire. La nostra casa dista circa tre chilometri dalla scuola, così Maria ed io siamo salite in auto per raggiungerla. I mezzi erano, e sono, tutti bloccati, e l'unica alternativa sarebbe stata andare a piedi, ma ho preferito non farlo”.

Fuori una città avvolta in un silenzio irreale, lacerato dal suono delle sirene. Un viaggio rischioso quello di Sabrina Tacca Pandolfo, che si concluso dopo pochi minuti, con il rientro a casa. E’ stato allora che Maria le detto: “Mamma, forse i più fortunati sono quelli che sono esplosi, almeno non dovranno vedere il resto”. Una frase terribile. 

“Trovo che tra i ragazzi sia forte la sensazione – conclude Sabrina Tacca - che questo non sia che l'inizio di un conflitto molto cruento. Noi adulti, invece, cerchiamo di relativizzare, di considerare tutto ciò che sta accadendo come un fenomeno che si può circoscrivere”. 

Elena Giacchero