CRONACA - 19 maggio 2014, 19:30

Domani pomeriggio, a Vercelli, le autopsie delle tre vittime di Santhià

Intanto Lorenzo Manavella ha ricevuto la visita del suo difensore, l’avvocato Andrea Brignolio, ha cui ha detto di essere dispiaciuto e sconvolto

Lorenzo Manavella

Verranno eseguite domani pomeriggio, all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, le autopsie sui corpi di Patrizia, Tullio e Pina Manavella, uccisi dal nipote Lorenzo, reo confesso. L’esame, ordinato dalla Procura, servirà a confermare l’ora dei delitti e trovare corrispondenze, in merito alle lesioni, a quando raccontato dall’omicida agli inquirenti.

Intanto, il giovane sportivo ha trascorso una giornata tranquilla in carcere, come conferma il suo difensore, l’avvocato Andrea Brignolio: “Sono andato questa mattina a trovarlo e fisicamente sta bene. E’ sconvolto per quanto è accaduto, dispiaciuto, ma sono convinto che non abbia ancora elaborato la gravità del fatto. Per questo, d’accordo con la Procura, si è deciso di farlo sorvegliare ventiquattro ore su ventiquattro. Comunque, era tre giorni che non dormiva e adesso pare sia un po’ più riposato”.  

Intanto, la ricostruzione effettuata da Lorenzo Manavella sta suscitando qualche perplessità. Stando alla sua versione, giovedì sera, dopo essere stato a un compleanno e aver assunto cocaina, torna a casa. Ha bisogno di soldi, così va a chiederli alla zia Patrizia. Lei si rifiuta di darglieli, scoppia la lite, spunta un coltello e la donna muore sotto i fendenti sferrati dal nipote. Nessuno, al piano di sotto, stranamente sente le sue grida e i genitori, Pina e Tullio continuano a dormire. Lorenzo esce, sente il bisogno di farsi, ma non si rende conto che si chiude la porta alle spalle. E la droga dove va a comprarla, nel cuore della notte, a Santhià? Chi gliela vende, non si accorge che ha gli abiti sporchi di sangue? Il giovane ritorna indietro, alla ricerca di altri soldi. Per entrare nell’abitazione, strappa la zanzariera di una finestra, perché si è chiuso fuori. Ma come? Le chiavi sono state inserite nella toppa dall’interno, segno che dopo essere entrato si è girato e ha chiuso la porta con una mandata. Comunque sia, una volta dentro si trova di fronte il nonno, svegliatosi di soprassalto, e lo aggredisce, per poi accanirsi sulla nonna invalida. Dopo si dà alla fuga, con pochi euro in tasca, e raggiunge Venezia, dove si consegna alla Polizia ferroviaria. 

Elena Giacchero