C'erano una volta due coniglietti piccini picciò. Vivevano nella vetrina di un negozio, finché, la vigilia di Natale, entrò una signora che li comprò come regalo per i suoi nipotini. La prima sera i bambini ne furono entusiasti; due giorni dopo se n'erano già stufati; e l'Epifania, che tutte le feste si porta via, si portò via anche i coniglietti: mollati nel cassonetto sotto casa, senza nulla in cui sperare se non la buona sorte. E la buona sorte arrivò, sotto forma di un passante cortese: chiamò un'associazione che trovò una famiglia adottiva per i due e tutti vissero felici e contenti. Dissolvenza. The end.
Sembra una favola sintetica, vero? Invece è una storia vera, accaduta dieci anni fa a Roma. I conigli si chiamavano Alex e Nathalie e furono trovati il 6 gennaio in un bidone dell'immondizia, tra gli scarti delle feste, i regali non apprezzati e i giocattoli già rotti, quelli che, come mi ripeteva mia madre quand'ero piccola, duravano "da Natale a Santo Stefano". Anche se Alex e Nathalie erano "durati" qualche giorno di più, in poco meno di due settimane erano passati dalla vetrina di un negozio per animali a un cassone dell'immondizia; o, se preferite, da merce a rifiuto. Se la loro storia si può raccontare è perché sono stati fortunati, molto più delle migliaia di "animali-regali di Natale" che vanno a ingrossare le fila dei randagi, finiscono in qualche rifugio o, più spesso, muoiono senza lasciare traccia. Un lieto fine che è un'eccezione a una regola non scritta, ma ben nota a chi si occupa di animali: il Natale è uno dei periodi peggiori dell'anno, tra cuccioli di dubbia provenienza acquistati già malati, bestiole regalate perché "sono tanto graziose!" a persone che non conoscono neanche la basi della loro cura e non hanno alcuna intenzione di sollevarsi dall'ignoranza, abbandoni dietro l'angolo "e se non lo prendete voi volontari, io questo cane/gatto/coniglio/furetto [crociare il termine idoneo a seconda di dove la vostra ossessione zoofila vi ha portati] lo abbandono!". Così, senza vergogna: perché tanto ci dev'essere qualcuno che deve tappare con le proprie risorse le magagne degli irresponsabili e se qualcuno non c'è, oppure ha altre decine di chiamate analoghe a cui mettere una pezza (subito e senza tante storie, ça va sans dire), scatta la minaccia di lasciare l'animale al suo destino. Destino che è benigno solo nelle favole, nelle chiacchiere rivolte ai bambini e pronunciate per autoassolversi, in una minuscola porzione della realtà (guardate questo video della Collina dei Conigli ONLUS per credere: http://www.youtube.com/watch?v=MdUmCixzP9U&feature=share&list=UUC0o6M7r94WHqferL_IRtyQ&index=1).
Mi sembra impossibile che si debba ancora farlo presente, all'alba del 2014: eppure lo stato d'allerta delle associazioni animaliste e lo spirito natalizio che in tanti volontari sembra meno presente che nel celebre Grinch sono la prova che il messaggio non è ancora stato recepito da troppe persone. Allora, forza, ripetiamo tutti insieme: gli animali non sono giocattoli. Non sono uno status symbol, un peluche più interattivo della media, un passatempo curioso a cui dedicarsi a tempo determinato, nell'attesa di un hobby più divertente, nuovo e meno impegnativo. Se volete fare un dono così prezioso a qualcuno, chiedetevi obiettivamente se saprà e vorrà prendersene cura senza data di scadenza, a Natale, durante le ferie, sempre. Un "penso di sì..." non vale niente come risposta: siate consapevoli e convinti al cento per cento, perché anche lo 0,01 per cento di incertezza può fare la differenza per la vita di un animale. E quando quel sì sarà forte e tonante, cercate la vostra anima gemella pelosa in un rifugio per animali abbandonati o contattate le associazioni di volontari: "gli amici non si comprano", lo sanno anche i bambini (e spesso lo sanno meglio di molti adulti). Chiunque può essere un eroe, magari solo per un giorno , David Bowie dixit. Adottate un animale abbandonato e lo sarete per tutta la vita.
Postilla. Dopo essere stati recuperati, Alex e Nathalie vennero adottati da una persona che, nel giro di qualche mese, partì per l'estero, lasciandoli di nuovo soli. Furono presi in carico da un'associazione che si chiamava "Coniglio Solidale", da Roma furono spostati in Emilia Romagna e finirono sul web, in mezzo ad altre decine di conigli in cerca di casa. Quando li adottai, li ribattezzai Ribes e Neve e promisi a quei due piccoli conigli viaggiatori che Biella sarebbe stata la loro casa per sempre. Per anni ho preparato i pacchi-regalo per le persone a me care con loro che mi saltellavano attorno, strappavano la carta e srotolavano metri di nastro da pacchi lungo la stanza. Anche senza biglietti, i miei pacchi erano impossibili da confondere: i loro peli bianchi sotto lo scotch erano il tocco di classe distintivo. Da 14 anni a questa parte, questo sarà il mio primo Natale senza almeno un coniglio-aiutante. I miei pacchi saranno ordinati, privi di peli, anonimi. La vita con gli animali è fatta di caos, disastri, peli volanti, bisognini disseminati in giro per dispetto (ho sempre vissuto con conigli anarchici e non credo sia un caso), numeri di telefono della veterinaria associati al tasto "1" della scelta rapida. Ma è quel caos che la rende unica; la rende migliore.